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Sui Cpr, l’ultima giravolta di Giani: “Ci vuole una riforma”. Fossi: “No a luoghi di detenzione” – ASCOLTA

today18/04/2023

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    Emiliano Fossi su CPR 17042023

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    Stefano Ciuoffo su CPR 17032023

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    Riccardo Magi su CPR 17042023

TOSCANA- “Sui Cpr chiedo una riforma perché vorrei vederli in una logica di inclusione”. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani sul tema dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), cambia ancora una volta posizione. E così, dopo essersi a lungo detto favorevole alla creazione di un CPR anche in Toscana, alla stregua di quanto sostenuto da esponenti di calibro del Pd toscano come i sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, dopo l’affermazione della linea Schlein anche in Toscana compie una virata di “riallineamento”, provando ad immaginare un ipotetico quanto improbabile “CPR dal volto umano”.

E’ quanto di evince dalla dichiarazioni del governatore ieri a Siena, in cui cita il padre della riforma delle pene detentive, Bernardo Gozzini: “Siamo la terra dove sono state inventate le misure alternative e la rieducazione della pena, il principio costituzionale che la detenzione deve servire a formare un uomo migliore – ha aggiunto -, conseguentemente vorremmo che anche questi centri avessero queste caratteristiche; se hanno queste caratteristiche sono convinto che degli immigrati possiamo farne anche un’opportunità”. Al di là degli equilibrismi verbali, la presa di posizione della Regione sta nei fatti, e soprattutto nella decisione di non aderire all’ordinanza di protezione civile che dichiara l’emergenza in tema immigrazione conferisce una serie di poteri speciali al commissario nazionale Valerio valenti: la Toscana, con Emilia Romana, Puglia e Campania mantengono le proprie prerogative in tema di immigrazione.

E così, mentre il leader leghista, Matte Salvini, ieri in Toscana per il tour elettorale a sostegno dei candidati sindaci a Massa e Pisa lancia strali contro la Regione – “un errore” il no della Regione Toscana a un Cpr per Salvini, secondo “accogliere chi scappa dalla guerra è sacrosanto, mentre non avere centri per le espulsioni di chi commette reati ed è qua illegalmente non è un dispetto a Salvini o al Governo ma è un problema per i cittadini che non hanno questi centri” – a ribadire la netta contrarietà della Toscana al CPR ci pensa il segretario Pd Toscana, Emiliano Fossi, ieri dall’incontro sul tema organizzato da Accoglienza non Governativa e ASGI presso la sede dell’Arci Firenze: “Sono luoghi che si trasformano in luoghi di detenzione – ha detto, a margine dell’assemblea ‘No al Cpr’ ieri a Firenze -, sono luoghi dove vengono negati i diritti basilari delle persone, dove c’è violenza, ci sono soprusi, dove tra l’altro sembra ci sia anche abuso di psicofarmaci, secondo quanto riportato dalle cronache in questi giorni: ho presentato un’interrogazione al ministro Piantedosi perché renda conto di ciò. Noi siamo assolutamente contrari alla localizzazione di una struttura di questo genere nel territorio toscano”.

In questo senso quindi vanno lette come dichiarazioni operative le parole dell‘assessore regionale all’immigrazione Stefano Ciuoffo: “I Cpr nell’esperienza fin qui svolta hanno dimostrato la loro totale inutilità”, mentre “la nostra proposta è implementare centri di accoglienza e integrazione, mettere risorse a disposizione, e far sì che il modello toscano dell’accoglienza diffusa possa trovare una sua opportunità e una sua declinazione”.

Una posizione condivisa da tutte le componenti della rete Accoglienza Non Governativa – tra cui anche l’Arci – a ASGI e dal mondo dell’associazionismo, così come da +Europa: “Opporsi all’apertura di nuovi Centri per il rimpatrio qui in Toscana credo abbia anche un valore simbolico, oltre che un valore concreto: cioè opporsi a un governo che sta dando il peggio e sta facendo la faccia feroce sull’immigrazione, provocando l’aumento degli irregolari nel nostro paese” ha detto Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa, altro ospite dell’incontro.

Scritto da: Redazione Novaradio


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