FIRENZE – Prezzi più accessibili, stop alle maxi produzioni troppo costose, aumento delle collaborazioni con le realtà del territorio, messa a disposizione degli spazi del teatro per iniziative pubbliche e private; mentre allo stesso tempo si lavora per salvare il bilancio, ridurre i debiti, tutelare il lavoratori e capire come si è arrivati a questa situazione, per evitare che accada di nuovo. È la ricetta presentata oggi da Onofrio Cutaia, commissario del Maggio Musicale Fiorentino, per risollevare le sorti della Fondazione.
Anche se il commissario evita di specificare con un aggettivo, la situazione del bilancio è drammatica. Sono circa 8/9 i milioni spesi dall’ex sovrintendente Pereira del fondo salva debiti – “troveremo un modo di sistemare le cose”, afferma Cutaia – mentre il bilancio 2022 è in squilibrio per più di 3milioni di euro, e anche quello 2023 è in sofferenza. “La situazione che ho trovato è una situazione molto dura, molto complessa per l’anno 2022 che si chiuderà con un forte disavanzo e il 2023 si avvia ad avere uno squilibrio difficile. Posso dire che l’emorragia si sta fermando, ma occorre una cura molto molto forte perché si possa arrivare a guarire il malato”, spiega il commissario.
Obiettivo, ha comunque detto, è tutelare i lavoratori, anche se non esclude la cassa integrazione. Si risparmierà anche grazie alla collaborazione dei due direttori “di punta” del teatro, Daniele Gatti e Zubin Mehta, che hanno deciso di contribuire riducendo il loro stipendio al 50%. “Spero di riuscire a fare tutto nei 6 mesi a disposizione” ha detto Cutaia, aggiungendo di sperare, vista la situazione del Maggio, in un sostegno “un po’ più particolare” da parte del Governo.
Oltre alla revisione del programma del Festival del Maggio, altra iniziativa cardine per il rilancio è quella del taglio netto del prezzo dei biglietti: prezzi massimi da 190 a 110 euro, e con biglietti che dovrebbero scendere fino a 35 euro. “Credo che il futuro di questo teatro debba essere la sostenibilità e credo che sia nostro dovere dare una possibilità vera alle persone che abitano in questa città e non solo di poter avere un accesso più semplice”.
Per quanto riguarda il Festival, restano confermati i primi due titoli operistici diretti da Metha: il Don Giovanni di Mozart, con l’allestimento meno costoso del Teatro di Spoleto e l’Otello di Verdi con la regia di Valerio Binasco. Anticipato il progetto del Falstaff previsto per ottobre che sostituisce in giugno i Maestri Cantori di Wagner. Ridotti gli appuntamenti sinfonici da 11 ad 8 concerti. Ad inaugurrare il Festival Daniele Gatti sul podio il 22 aprile, con un concerto sinfonico con composizioni di Richard Wagner e Richard Strauss.
“Una ricetta quasi necessaria attraverso cui il Maggio si salva, come struttura e come Festival e questa è la cosa importante”, afferma Gabriele Rizza, giornalista culturale a Novaradio, che aggiunge: “A garantire c’è il governo e il salvataggio del Maggio sarà forse una medaglietta che il governo di centro destra potrà apporsi”.