FIRENZE – Demolire e ricostruire il carcere di Sollicciano: a rispolverare la proposta è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella, parlando sabato all’Open day nazionale sul tema ‘’Carcere e città’’ organizzato nel Giardino degli incontri. “Una struttura così vecchia, con una conformazione così respingente, e del tutto separata dal tessuto cittadino, ha fatto il suo tempo, per reinserire nella società i detenuti come prevede la Costituzione deve trasformarsi in un pezzo di città”, hadetto il sindaco, spiegando le novità inserite nel Piano Operativo Comunale: c on un concorso di idee ( e risorse nel bilancio triennale 2024-26, ha promesso il sindaco) l’area non-luogo intorno a Sollicciano e al Gozzini sarà ‘’rigenerata’’ come parco attrezzato di 12 ettari, con servizi sportivi, orti sociali, attività culturali che coinvolgano detenuti, guardie carcerarie, cittadini, associazioni, quartiere.
Rispetto all’ipotesi di demolizione-ricostruzione rimane scettico Alessio Scandurra, dell’Associazione Antigone che costantemente “entra” in carcere con i suoi volontari e monitora i penitenziari di tutta Italia: “E vero che di questa ipotesi di parla a Sollicciano più spesso che per ogni altro penitenziario, e che le condizioni materiali della struttura sono pessime – dice – se si fosse trattata di un’azienda privata, la scelta sarebbe già stata fatta da tempo”. Il problema è che invece Sollicciano vive tutte le difficoltà burocratiche di un edificio pubblico: lo dimostra il travagliato iter dell’ultima tranche dei interventi di “restyling” ad alcune sezioni, che stanno costringendo i detenuti – ridotto ora a circa 500 – in spazi più angusti.
“I fondi nazionali per la ristrutturazione delle strutture” ci sono, ammette Scandurra, ma quel che è mancato finoraè una vera volontà politica. L difficoltà di un’operazione poi sarebbero enormi, anche logistiche, dato che Sollicciano accoglie una delle poche sezioni femminili della Toscana. Dover trasferire le detenute? Impossibile raderlo a suolo e rifarlo da capo, meglio semmai la strategia della demolizione di un padiglione alla volta. Tenendo però presente un fatto: Anche se si decidesse la demolizione, gli attuali detenuti sono destinati a vivere nel carcere attuale ancora molti anni. Servono quindi interventi puntuali e immediati”.