FIRENZE – Sempre più acceso lo sconto politico intorno al tema della trascrizione alle anagrafe comunali dei bambini delle coppie omogenitoriali, bloccata con una circolare del ministero dell’Interno dopo che il governo di era già rifiutato di adottare le norme Ue sul “certificato di filiazione”: ieri proprio l’Europarlamento con una mozione bipartisan (votata anche dai popolari e dai conservatori di molti paesi Ue) ha “censurato” il comportamento dell’Italia invitando a riconoscere pari dignità e diritti anche ai bambini che crescono in famiglie con genitori dello stesso sesso.
Sul fronte interno, i sindaci delle principali città italiane – da Torino a Napoli, da Bologna a Milano – lanciano la sfida al governo annunciando una mobilitazione comune che culminerà il 12 con la giornata “Le città dei diritti” a Torino, e una campagna di “disobbedienza civile”: tra questi il sindaco di Firenze Dario Nardella, che nei giorni scorsi ha deciso di spingere la protesta ancora più avanti, procedendo alla prima iscrizione all’anagrafe di un bambino con due mamme. Nel frattempo si chiede al governo l’apertura di un confronto. “Non c’è un confronto da fare. Non c’è qualcosa da contrattare” la riposta senza margini che è arrivata nei giorni scorsi della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella: “Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare” ha aggiunti, in riferimento ad una recente pronuncia della Cassazione.
Nel mezzo a questo scontro, le famiglie omogenitoriali e i loro bambini in attesa di un riconoscimento: “La ministra Roccella cita la Cassazione ma in modo parziale” dice Monia Marcacci, delle Famiglie Arcobaleno di Firenze: “Negli anni scorsi è stato un organo perfino superiore, la Corte Costituzionale, a riconoscere la presenza di un vuoto normativo, invitando Parlamento e governo a provvedere. Quel che dice la Suprema Corte è solo che non possono essere i Comuni a riempire questo vuoto”. E allora la disobbedienza civile dei sindaci non rischia di complicare tutto? “Appoggiamo l’iniziativa perché segnala una lacuna cui è chiamata a rispondere la politica” aggiunge, con un avvertimento: “Per il successo di questa battaglia, auspichiamo che i sindaci si coordino meglio fra di loro”.