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Imbrattamento di Palazzo Vecchio, parla l’autore: “Dialogo con Nardella? Ok, ma servono fatti”. I nostri metodi sbagliati? “No, interrogano le persone” – ASCOLTA

today20/03/2023 1

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    Giordano, attivista di Ultima Generazione

 

FIRENZE – “Il sindaco Nardella parla di dialogo? Va bene, ma per le parole ormai è tardi, servono fatti concreti: dall’incremento ai pannelli fotovoltaici e la limitazione alle auto inquinanti. Ma gli imbrattamenti di edifici e luoghi stoici non sono sbagliati, creano sgomento ma portano le persone ad interrogarsi”. Dopo che le immagini del “blitz ambientalista” in piazza Signoria hanno fatto il giro del mondo, parla ai microfoni di Novaradio Giordano, 32 anni, empolese, uno dei due attivisti di Ultima Generazione  che venerdì scorso hanno messo a segno l’imbrattamento di Palazzo Vecchio: per chiarire le ragioni del gesti e le richieste dei UG, e per rispondere al sindaco Nardella che – dopo la reazione “muscolare” dettata dall’istinto e le durissime parole di condanna a caldo, nei giorni scorsi ha rilanciato il dialogo verso UG, a a patto che “cambino i metodi” di lotta.

“Si può sempre dialogare – dice Giordano – ma il punto è che ora siamo al tempo delle azioni. Quali? Da parte del governo con lo stop ai sussidi per chi produce energia da fonti fossili, ma anche dalle istituzioni locali: sull’ampliamento dell’aeroporto e l’aumento delle emissioni dei voli, sul tema dello smaltimento dei rifiuti che ha portato all’inchiesta Keu, sul rigassificatore di Piombino”. Ma di questo che colpa ha Palazzo Vecchio? “E’ un simbolo del potere, e poi anche Firenze potrebbe fare di più” dice Giordano: “Ad esempio sul fronte dell’incentivo a pannelli fotovoltaici, della limitazione del traffico dei veicoli inquinanti, della chiusura al traffico di alcune zone, ma del contrasto ala gentrificazione del centro storico”.

Eppure la vostra azione venerdì scorso è stata fischiata, voi siete stati insultarti, non è il segno che le modalità della protesta sono sbagliate? “Noi non ricerchiamo la simpatia, le nostre azioni creano sgomento e polarizzazione del pensiero; alcuni appoggiano, quello che ci interessa è potare una tematica, un’attenzione, a interrogarsi sul perché. Molti ci dicono che non è il metodo migliore? Invito tutti ad attivarsi a trovare altre strategie per portare il governo ad agire, interrompere i fondi alle fonti fossili, che sono soldi nostri”. L’attacco all’arte non è pericoloso? I tecnici di Palazzo hanno detto che si è “rischiato grosso”. “L’intento – replica Giordano – è non creare danni, la vernice usata è pulibile colori a base di acquerello, facilmente rimovibili con l’acqua, come è stato fatto. C’è sempre attenzione sul materiale su cui applichiamo il colore, e infatti tutte le azioni sin Italia no c’è mai stato nessun danno effettivo. Chiediamo sempre in caso di opere d’arte dei pareri e delle consulenze a restauratori”. E sulle polemiche aggiunge: “Hanno parlato dei 5.000 litri d’acqua usata per pulire, stiamo parlando di una spesa di circa 20 euro…”.

Ora dopo l’azione di venerdì, a carico dei due attivisti c’è la contestazione dei reati di manifestazione non autorizzata e per danneggiamento di beni di interesse storico-artistico, oltre che per Giordano la violazione del foglio di via già ricevuto per azione precedenti. Reati per cui si può arrivare anche ad una pena detentiva (reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 15.000 in caso di distruzione o deturpamento). Ne sarà valsa la pena? “Per me – è importante perché significa non prender più parte ad un sistema che sta uccidendo tutti noi, e anche me. E l’unica possibilità che ho per salvare il mio futuro”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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