FIRENZE – “La bellezza di quel corteo e di quella piazza” di sabato a Firenze “è che ha tenuto insieme tante esperienze e tanti pezzi di visioni diverse, ed è una ricchezza per tutti noi. L’ARCI c’era, convintamente, perché anche quel pezzo di percorso è importante per fare un lavoro che però deve essere quotidiano di pratica antifascista”. La presidente dell’ARCi Firenze, Marzia Frediani, se da una parte esprime soddisfazione per il bilancio della manifestazione antifascista fiorentina di due giorni fa, subito richiama all’impegno che deve partire già da oggi, sul territorio. Un impegno “connaturato alla natura dei Circoli e delle Case del Popolo: fare accoglienza, essere inclusivi, accettare la diversità come parte di un antifascismo valoriale. E’ importante che prosegua il confronto con le altre realtà, perché il nostro territorio non sia solo storicamente antifascista, ma attualmente antifascista”.
Ad esempio, nella battaglia quotidiana per l’affermazione dell’eguaglianza e dei diritti di tutte e tutti, contro la chiusura, l’odio, l’intolleranza e la violenza, a partire dal prossimo appuntamento dell’8 Marzo, una Festa della Donna che sempre più giornata di affermazione dell’emancipazione femminile. L’ ARCI di Firenze lo fa con le sue iniziative, tra cui il concorso “A_Zero Violenza” (vedi articolo), i Circoli e le Case del Popolo con una miriade di eventi di natura diversa. “Sempre più l’8 marzo ha assunto una connotazione complessa – spiega Frediani – e la festa è sfumata in una riflessione più articolata, dalla violenza domestica alla discriminazione delle donne nei luoghi di lavoro, per arrivare alla condanna della repressione delle donne in Iran” o Afghanistan. E’ anche un’occasione, in un momento in cui l’Italia ha un premier donna che interpreta il suo ruolo in modo molto “maschile” (a partire dalla denominazione di “premier”), aggiunge Frediani, che “non basta essere donna per essere femmnista” e “che esiste un diverso modo diverse di essere donna e femministe”.