TOSCANA – Se la vittoria di Elly Schlein nella corsa per la segreteria nazionale del partito è stata “piccola rivoluzione”, quella di Emiliano Fossi per la segreteria regionale è “un vero terremoto” per il PD toscano. Ne è convinto il politologo Lorenzo De Sio, docente all’Università Luiss. Perché? “Perché è vero che la vittoria di Schlein ha seguito un andamento di carattere nazionale, però Bonaccini in Emilia Romagna ha vinto mentre in Toscana ha vinto Fossi, questo rappresenta una sorpresa”, pur essendo sostenuta dalla componente che esprime il governo della Regione Toscana
Il neosegretario dem toscano, Emiliano Fossi, nella sua prima uscita ha detto chiaramente che serve un “cambio” su molte questioni: dalle infrastrutture (e quindi l’aeroporto di Firenze) a i servizi pubblici con il progetto multiutility, dalla politica sull’immigrazione (e quindi la questione nuovo CPR), fino alle alleanze e i candidati in vista delle prossime elezioni amministrative. Dall’altra Giani ha invitato alla “unità del partito” e alla “collaborazione” tra Regione e segretario del partito. Nel frattempo però la base schleiniana scalpita e anche la componente “fossiana” nella giunta regionale – con le assessore Alessandra Nardini, Monia Monni e Serena Spinelli. Il partito-organizzazione sarà in grado di far cambiare rotta al partito-istituzione, che ha risorse e personale ? “Al partito-istituzione per esercitare il suo potere sono necessari in definitiva i voti – spiega – non ci dimentichiamo che la linea politica, programmatica e di alleanze tenuta dal PD ha inanellato una serie impressionanti di sconfitte nelle ultime tornate amministrative. Quello che mi aspetto è che ci sia un cambio nella costruzione delle alleanze e nel profilo programmatica dei candidati”. E a Firenze? “Probabilmente i contrasti saranno ricomposti – conclude – ma su molte questioni si dovrà tornare a discutere”