FIRENZE – Mariela Castro, 60 anni, nipote del lider maximo della Rivoluzione Cubana Fidel è stata ospite oggi presso la sede dell’ARCI e negli studi di Novaradio per un’intervista esclusiva. La Castro, che dal 2009 fa parte Comitato nazionale della federazione delle donne cubane, e dal 2012 è deputata dell’Assemblea Nazionale del potere popolare – il parlamento cubano – è in questi giorni in Italia per un ciclo di conferenze: dopo aver incontrato il sindaco e i consiglieri comunali a Palazzo Vecchio, oggi pomeriggio sarà alle 17 al Giardino dei Ciliegi (via Agnolo 5) in un incontro dal titolo “Humanidad es diversidad”.
La Castro, che è anche presidente del CENESEX – il Centro Nacional de Educacion Sexual e da tempo è impegnata nella difesa e promozione dei diritti della comunità LGBT a Cuba, parlerà in particolare del nuovo Codice di famiglia approvato a Cuba che introduce, il riconoscimento dei pari diritti per omosessuali e transessuali, compresi i matrimoni e le adozioni gay, la maternità surrogata, e novità in materia di violenza di genere. “Abbiamo riformato la Costituzione perché non volevamo introdurre solo un diritto, come il matrimonio gay, ma la parità di diritti e responsabilità per tutte le famiglie, di ogni tipo” ha spiegato ai nostri microfoni, ammettendo come la cultura machista rappresenti ancora un problema, a Cuba così come in altri paesi latini.
Castro non si è sottratta a domande riguardo il rispetto dei diritti umani nel suo paese. Alla critiche di Amnesty international sull’inasprimento delle pene nel nuovo codice penale entrato in vigore a dicembre scorso (per reati come “offesa ai simboli nazionali” e “messa in pericolo dell’ordine costituzionale”), replica: “Dicono bugie, lo fanno da sempre perché finanziati dagli Usa”, mentre sulle difficoltà di accesso ad internet per i cubani spiega: “Su 12 milioni di cubani, in 6 milioni hanno una connessione internet” ma le difficoltà sono tecniche e legate all’embargo statunitense: “Nel mare intorno a Cuba passano 25 cavi di fibra ottica, ma gli Usa ci impediscono di sfruttarli”.
E’ questo solo uno dei problemi generati dal cosiddetto “bloqueo”, il blocco commerciale da oltre 60 anni praticato dagli Usa: “Non è un embargo, è una guerra economica – dice Castro – siamo un paese in guerra. E con Biden è peggio” che in passato: “Durante il covid, ad esempio, abbiamo messo a punto un nostro vaccino, sicuro ed efficace (il vaccino “Soberana”, la cui efficacia è stata attestata, anche contro le varianti omicron, da esperti e organismi indipendenti, ndr), ma non avevamo le siringhe per iniettarlo: per impedirci di usare il nostro vaccino, gli Usa hanno comprato l’azienda che ci riforniva di siringhe e le ha vietato di venderci le siringhe”.
Infine, sul conflitto in Ucraina, dura la critica all’azione militare in Ucraina, che : “Il popolo europeo è sempre più sottomesso agli interessi degli Usa e delle grandi multinazionali, che sta usando la Nato per giocare in Ucraina, demonizzare Russi e Cinesi. Le imprese statunitensi stanno guadagnando una quantità di soldi impressionante per vendere a voi il gas e il petrolio più caro di quello che vendevano i Russi. Tutte le guerre hanno dietro un interesse politico e economico”.
