TOSCANA – La Regione Toscana chiederà formalmente per l’ex GKN l’amministrazione straordinaria, in occasione del prossimo incontro del tavolo di crisi al Ministero fissato per il 24 febbraio prossimo. Lo dichiara stamani a Novaradio Valerio Fabiani, responsabile per le crisi aziendali della Presidenza della Regione, confermando le voci già circolate ieri dopo il il botta e risposta tra Collettivo di fabbrica e QF: da un lato gli ex operai che si dicevano preoccupati per l’emergere dell’ipotesi che QF opti per la messa in liquidazione volontaria, dall’altra Francesco Borgomeo, patron di QF, che non smentisce e anzi accusa gli operai, spiegando che la messa in liquidazione è conseguenza del “boicottaggio” da parte del Collettivo di fabbrica.
Fabiani ha poi voluto chiarire: “Non si può gettare addosso alla Regione la responsabilità della situazione, il nostro lavoro di scouting in questi mesi è stato stra-ordinario, oltre le nostre competenze, e continuerà: ci sono manifestazioni di interesse e le presenteremo al tavolo”. Quel che è mancato finora, però, chiarisce è il ruolo dell’azienda e del governo: “Al tavolo facciamo la loro parte”
Il governatore Giani oggi a Firenze, ha detto che si tratta di una vertenza “molto delicata. “La vicenda che riscontriamo, ovvero che per il 2035 l’automotive deve convertirsi”, ha aggiunto, la “accentua ancora di più”. “Come Regione – ha reso noto – abbiamo già attivato almeno quattro, cinque contatti. Speriamo di trovare quello giusto”. Ma sulla ipotesi di un commissariamento, Giani è cauto: “Vediamo, non è nostra competenza e conseguentemente preferiamo valutarlo in modo concertato col ministero”.
Intanto tra gli ex dipendenti GKN, oggi in piazza a Firenze in appoggio ad una manifestazione studentesca, crescono preoccupazione e rabbia, senza però perdere compostezza e lucidità di analisi. In 17 mesi di lotta e sofferenza si sono ridotti a 280; oramai sono quasi 100 i decreti ingiuntivi consegnati alla QF ma da 4 mesi i lavoratori sono senza stipendio né ammortizzatori sociali. Questo non impedisce agli ex operai di ribattere punto per punto alle dichiarazioni di Francesco Borgomeo: “Siamo arrivati alla liquidazione e alla messa in vendita dei macchinari, quello che era all’inizio il suo piano diabolico” dice uno degli operai in presidio. “Noi boicottatori della reindustrailizzazione? Un’accusa infondata, non si è mai presentato ai tavoli di incontro, e ha rimandato di mese in mese l’accordo quadro sulla reindustrializzazione che era stato firmato”. L’accusa agli operai di aver boicottato il rilancio proprio no va giù. “L’inagibilità dello stabilimento? Ma se ci sono 7 operai per turno, peraltro concordati con Borgomeo….”. La liquidazione? La legge farà il suo corso, ma dove sono le istituzioni? Dove sono quelli che in questi mesi facevano il viottolo con le passerelle?. Il 24 febbraio è fissato il nuovo incontro. l’amministrazione straordinaria potrebbe essere una soluzione? “Salverebbe il lavoro e gli stipendi” chiosa uno dei lavoratori: “A patto – aggiunge poi – che all’incontro ci sia la presenza” della QF. Che negli ultimi incontri ha sempre disertato le riunioni.