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Vera Vigevani Jarach
FIRENZE – Parte da Firenze la campagna per candidare a sito “Memoria del mondo” dell’Unesco la ESMA di Buenos Aires, la “Escuela Superior de Mécanica Aeronautica”, luogo simbolo della memoria della vicenda dei desaparecidos e della violenta repressione della dittatura militare degli anni ’70/80.
Il Comune di Firenze, il cui centro storico fa parte della lista dei siti patrimonio Unesco, accoglie così l’appello di Vera Vigevani Jarach, fiorentina d’adozione e vittima di due orrori del ‘900:
scampata in Europa all’olocausto (i genitori furono uccisi nei campi di sterminio) e emigrata in Argentina, ha visto la figlia sparire durante la repressione del regime militare di Videla ed è divenuta una delle animatrici del movimento delle “Madri di Plaza de Majo”.
“Credo che rispetto ai nostri sogni per un mondo migliore e per far fronte ai problemi tra cui il riemergere purtroppo di forme fasciste in alcuni paesi, di fronte a tutto questo, mi definisco una partigiana della memoria – ha detto la Jarach, in questi giorni in Toscana – prendere parte, non guardare da un’latra parte. E punto sui giovani, sul presente e il futuro: oltre a dire ‘nunca mas’ e quello che diciamo sulla giustizia e la memoria, aggiungo: mai più odio, e mai più silenzio”.
La ESMA, oggi Museo della memoria, è un luogo tristemente associato alle violenza della dittatura argentina, poiché fu uno dei più grandi centri di detenzione per i prigionieri politici pria che venissero indirizzati ai “voli della morte”: “Da lì – spiega Ruth Dislage – passarono oltre 5.000 argentini, non prima di aver subito torture”. Oggi la battaglia per la verità e giustizia va avanti: “In molti in Argentina sono stati condannati per le violenze perpetrate e in Italia, con il processo sul ‘progetto Condor’ – aggiunge – è stato sancito in via giudiziaria come ci fosse un sistema di persecuzione e arresti condiviso tra gli stati del Cono Sur”.