FIRENZE – Torna la Giornata di raccolta del farmaco e anche quest’anno Firenze aderisce con numerose farmacie. Durerà una settimana, da martedì 7 a lunedì 13 febbraio: in oltre 5.200 farmacie che aderiscono in tutta Italia esponendo la locandina dell’iniziativa e l’elenco è consultabile su www.bancofarmaceutico.org, sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. Anche a Firenze e provincia i volontari di Banco Farmaceutico saranno presenti nella giornata di sabato prossimo. I farmaci raccolti sosterranno 20 realtà assistenziali di Firenze e provincia che si prendono cura dei bisognosi e che hanno espresso un fabbisogno di oltre 100.000 confezioni di farmaci.
“Donare un farmaco per chi non può permetterselo – ha detto il presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus Sergio Daniotti – è un modo per esprimere, attraverso un semplice gesto di gratuità, il meglio della nostra umanità e per dare un segnale di speranza”. “Quando si parla di sostegno alle famiglie fragili il Comune di Firenze c’è – ha detto l’assessore comunale al welfare Sara Funaro – e anche quest’anno abbiamo aderito convintamente alla Giornata di raccolta del farmaco per aiutare cittadini e famiglie in difficoltà”.
Migliora intanto la situazione di carenza di farmaci evidenziatasi nelle settimane scorse anche a Firenze: “Dal punto di vista della patologie – ha detto il presidente Federfarma Firenze Marco Nocentini Mungai – la situazione è migliorata sia dal punto di vista dell’influenza che del Covid, sulle carenze dei farmaci siamo in leggero miglioramento”. “Talvolta – ha spiegato – sono mancate le materie prime, talvolta è mancato il confezionamento secondario come i fogli di alluminio. Un certo miglioramento c’è, ci auguriamo che tutto torni alla normalità in breve tempo”. “Non c’è una categoria di farmaci che manca – ha aggiunto -. Magari mancavano farmaci il cui principio attivo viene prodotto in aree in cui è più difficile approvvigionarsi, pensiamo all’Est dell’Europa, Cina, India. In questo periodo abbiamo magari usato farmaci equivalenti. In caso di mancanza dei farmaci equivalenti si sono trovate soluzioni con farmaci similari”. “E’ comunque – ha concluso -una situazione comune a tutta Italia”.