TOSCANA – Sbarcato ad Adana, in Turchia, alle 6 ora italiana il contingente dei vigili del fuoco inviato in soccorso alla popolazione colpita dal terremoto di ieri. Trasportato con un aereo C130 dell’Aeronautica Militare, partito nella tarda sera di ieri da Pisa con scalo a Pratica di Mare, è composto da 50 vigili del fuoco dei team Usar (Urban search and rescue) di Toscana e Lazio. Personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie, che ha operato nelle analoghe emergenze in Italia e all’estero. Nel gruppo, 11 sanitari e 6 unità del Dipartimento della Protezione civile.
Mentre in queste ora arriva la notizia di una nuova forte scossa da 5.6 gradi richter nell’est della Turchia, continua a salire il numero dei morti: oltre 5.000 quello già accertato, un bilancio che presumibilmente continuerà a crescere dato che si continua a scavare fra le macerie. Di 3.500 morti nella zona del Kurdistan turco, e di 1.500 almeno in quello siriano parla a Novaradio Yilmaz Orkan, coordinatore di Uiki onlus – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia: “Le zone più colpite in Siria sono quelle sotto occupazione turca (l’eclave di Afrin, ndr) e quelle del nord ovest – di Aleppo, Idlib, Jarabulus, Asz e Al Bab – mentre meno interessate sono quelle sotto il controllo dello Stato del confederalismo democratico del Rojava come Kobane.
Ed è proprio la zona del Kurdistan siriano che preoccupa di più: “In Siria dicono sono morte 1.500 persone, tanti villaggi e piccole città sono totalmente distrutte. Gli aiuti umanitari arrivano da Damasco, ma quelle zone il regime di Assad non li manda. E’ una tragedia” dice allarmato Orkan. In Turchia invece, l’area colpita si estende dal Mediterraneo fino a Dyarbakir: “Sono state colpite dieci città, per adesso le notizie che abbiamo dicono 3.500 persone morte e 15.000 feriti, ma ancora in tante piccolissime città e non è entrato nemmeno lo Stato, il governo o gli aiuti umanitari, per salvare le persone sotto le case e i palazzi distrutti. E’ già il secondo giorno, quanto può resistere una persona senza acqua e cibo?”.
La comunità internazionale si sta mobilitando, ai vari livelli. Il presidente Usa Biden ha promesso aiuti al suo omologo turco Erdogan. Ma per chi volesse invece far arrivare un aiuto concreto direttamente alle popolazioni kurde, al di fuori delle linee “governative”, l’appello di Uiki onlus è a fare donazioni e contributi alla Mezzaluna Rossa kurda in Italia – MLRKI (la sede è a Livorno) o la sua branca internazionale. Un appello è stato lanciato dalla stessa MLRKI sul proprio profilo facebook, con l’indicazione dell’IBAN cui fare i versamenti, come ha spiegato ieri a Novaradio il direttore della MLRKI, Alicam Yidliz: “Le città kurde più colpite sono Marash, Hatay,, Osmaniye, Urfa, Adiyaman, Dyarbakir, Malatya”