FIRENZE – Un video diventato virale sui social che riprende una famiglia di cinghiali scorrazzare lungo l’argine del Mugnone in pieno centro a Firenze, assieme alla morte di uno scooterista deceduto in Mugello dopo essersi scontrato con un cinghiale, hanno riaperto il dibattito sulla pericolosità degli ungulati, l’invasione degli spazi urbani e le strategie di contenimento, rinfocolando le polemiche per la norma contenuta nell’ultima legge finanziaraia, che “apre” agli abbattimenti liberi dei cinghiali anche in contesti urbani.
La Regione Toscana, che da anni “preme” per garantire maggior poteri alle Regioni in questo ambito, con l’assessora Saccardi chiede al governo che intervenga con una norme quadro che consentano “davvero” alle Regioni di gestire il tema. Riguardo agli incidenti stradali causati agli animali, “un fondo di garanzia nazionale per tutelare chi fa incidenti” e ” “inserire nell’assicurazione dei veicoli la copertura contro i danni da animali”. Riguardo invece il contenimento degli ungulati “si deve rivedere i tempi della caccia”, ricordando che “sono anni che l’agricoltura lancia un grido d’allarme. Il tema di cinghiali e lupi è da affrontare, con equilibrio”. Sulla norma “spara-cinghiali” introdotta nella Finanziaria del governo Meloni, Saccardi dice che “è un primo passo, ma non risolve”.
Di tutt’altro avviso è Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente : “Una norma scritta malissimo, e contrasta con numerose direttive europee oltreché con la nostra Costituzione” taglia corto, ricordando che il fenomeno dell’aumento della fauna selvatica – erbivori e di conseguenza carnivori come i lupi – in città è conseguenza indiretta di molti fattori tutti di origine umana: rinaturalizzazione urbana, abbandono rifiuti, cambiamento climatico e siccità. Per i cinghiali poi, la proliferazione dagli ani ’90 è dovuta unicamente al reinserimento con finalità venatorie. Poi aggiunge: “Il problema dell’aumento degli ungulati c’è, e la Toscana
è una delle Regioni più colpite – spiega – ma il contenimento non può essere affidato ai cacciatori. Una cosa è la caccia, attività ricreativa data in concessione, un altro il controllo delle biodiversità. In Europa così come già in alcune parti d’Italia, queste attività vengono affidate a personale specializzato, come per le disinfestazioni da insetti o ratti. Senza contare che i metodi della caccia i cinghiali, tramite la braccata, non fa altro che contribuire ulteriormente alla loro fuga dalle aree boschive”