FIRENZE – E’ Rossano Rossi, empolese classe 1961, il nuovo segretario della Cgil Toscana: ad eleggerlo come successore di Dalida Angelini è stata ieri l’assemblea congressuale. Entrato nel sindacato quando era operaio alla Sammontana, Rossi ha rivestito una grande varietà di incarichi in Cgil: in segreteria regionale, nella federazione dell’Empolese-Valdelsa, in quella di Firenze, e in ultimo come segretario della Cgil Lucca.
E proprio all’esperienza maturata in fabbrica che Rossi si richiama alla sua prima uscita da segretario regionale toscano: “Non bisogna dimenticarsi del territorio: ricordo tutti i compagni incontrati in sezione o in fabbrica, bisogna non perdere i legami e la presenza nei luoghi di lavoro”. Riguardo alla priorità del suo mandato, ha le idee chiare: “Ci attende un lavoro difficile ma allo stesso tempo stimolante: c’è da cambiare un modello di sviluppo che ha fallito e che ha costruito un mondo ingiusto, ambientalmente insostenibile e pieno di diseguaglianze. Prima di tutto serve la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie, e impegnarsi per combatterle”. Ad esempio, contro gli infortuni sul lavoro: “Come abbiamo fatto a Lucca, per ogni infortunio mortale – promette – la Cgil si costituirà parte civile nel processo””
Gli obiettivi sono tanto semplici da elencare quanto complessi da raggiungere: tutela del lavoro e insieme dell’ambiente, dei livelli salariali, della sicurezza sul lavoro. Ecco che quindi richiama alla necessità dello sviluppo sostenibile, da perseguire facendo dialogare il sindacato con i movimenti ambientalisti, tra cui i giovani di Fridays for future. Ma come coniugare sviluppo e tutela ambientale? “Serve una transizione che favorisca il lavoro” dice: “Pensate alla dismissione delle cave: i cavatori sono pronti a smettere anche subito, se gli si garantisce uno stipendio. Magari immaginando degli ammortizzatori ambientali” suggerisce.
Dall’altra, lo sviluppo fa stimolato, senza avere paura di puntare sulle infrastrutture: “La Toscana è carente sulle infrastrutture, di qualunque tipo, basti pensare allo stato in cui versa la Fi-Pi-Li. Un prodotto realizzato in alcune parti della Toscana sconta dei costi maggiori a cause delle difficoltà logistiche della Regione”. Quindi, chiarisce, “meglio una strada o una ferrovia in più che in meno”. Ma sull’idea di un pedaggiamento della superstrada si dice contrario: “Prima si faccia una superstrada degna di questo nome, solo poi si può pensare di mettere un pedaggio. Perché in questo momento alla Fi-Pi-Li non c’è alternativa”. Per rilanciare la logistica, Rossi chiede di rispolverare lo sviluppo delle “autostrade del mare”: “Con Livorno, Carrara e Piombino, la Toscana se ci credesse potrebbe diventare hub. Ne ne è parlato molto negli anni scorsi, ma poi su questo non siamo decollati”.
A proposito di decolli, sul potenziamento e nuova pista dell’aeroporto di Firenze, Rossi ribadisce le perplessità che il sindacato esprime da anni: “In Europa i grandi aeroporto non si fanno nel centro nelle città – dice – per noi la prospettiva migliore è mantenere Pisa come aeroporto principale della Toscana e lavorare al miglioramento dei collegamenti, anche ferroviari, con il resto della Toscana, Firenze e Siena in testa”.
Anche in tema di rifiuti, Rossi ne è convinto, gli impianti servono. Ma a determinate condizioni: “Il ciclo dei rifiuti va chiuso, bisogna produrne meno e trovare il verso di usare le scorie per produrre energia. Ma ci sono scelte più o meno felici” aggiunge, con esplicito riferimento al gassificatore di Empoli: “Se si propone un impianti sovradimensionato, con una logistica incompatibile e insufficienti garanzie; se prima dice che non produce , poi che produce metanolo, e infine che produce CO2, allora è ovvio che quel territorio lo rigetta”. E sul modello scelto dalla Regione, con il bando rivolto a progetti privati, dice: “il contributo privato va bene, ma deve essere su un piano inferiore rispetto alla tutela del territorio e dialogo con la popolazione”. E sull’idea di multiutility regionale per gestire acqua, gas e rifiuti, si mostra assai scettico: “Ciò che successo in questi ultimi msi con il prezzo del gas alla borsa di Amsterdam, dovrebbe farci capire che la quotazione in borsa non è la strada migliore”