TOSCANA- Lotta allo sfruttamento lavorativo nella moda: Regione, Cgil, Anci e L’Altro Diritto hanno presentato a Sesto il progetto Soleil per la Piana fiorentina, che prevede la presa in carico a tutto tondo: a livello sociale, sanitario, abitativo e lavorativo della vittima che denuncia. La Cgil: “Inaccettabile che nelle nostre città ci sia la presenza di questa forma moderna di schiavitù, un bene la partenza di questa coprogettazione che offre una rete di opportunità a chi ne vuole uscire”.Nel territorio nel settore moda-pelletteria non mancano i casi: turni insostenibili, mancanza di diritti e tutele, salari differenziati in base alla nazionalità (anche paghe di 3 euro l’ora), fabbriche-alloggi con spazi disumani (anche 20 aziende in un capannone), ricattabilità dovuta alla condizione di straniero. Le storie: Ach minacciato con un bastone e Ibra con una pistola perché “parlano”, Diop e Waqar che trovano il coraggio di denunciare e poi un impiego di qualità, Rashed che si ribella alle condizioni in fabbrica, viene cacciato da casa e da lavoro dal datore ma poi trova giustizia.
Tra le storie quella di Waqar Hashmi, che viene dal Pakistan, arrivato dalla Libia su un barcone sbarcato in Sicilia. Nel 2019 lavorava a Bagnolo di Calenzano, in un pronto moda : “per tre mesi ci hanno tenuto senza stipendio, poi con gli altri 26 lavoratori abbiamo deciso di sospendere il lavoro e cercare una soluzione, ” spiega Hashmi. In seguito la richiesta di aiuto alla Cgil. Adesso la azienda è stata sanzionata e Hashmi è riuscito a recuperare le spettanze. Adesso lavora in una grande sartoria da tre anni e “ringrazio la mia famiglia italiana che mi ha aiutato.”