LIVORNO -Secondo sbarco di migranti in due giorni per il porto di Livorno: dopo i 142 scesi ieri dalla Life Support di Emergency, stamani alle 8,30 è attraccata al molo 75 la nave “Sea Eye 4” della omonima ong tedesca. A bordo sono salite le autorità sanitarie per una prima ricognizione, volta ad individuare persone che hanno bisogno di urgente intervento e lo stato di salute generale (compresi in tamponi anti-covid). Sulla nave ci sono 108 persone tratte in salvo in due diversi interventi, tra cui 5 donne, e almeno 12 minori non accompagnati. “La loro condizione è stabile – racconta Marie, un’infermiera a bordo della Sea Eye 4- molti hanno sofferto di ipotermia per le temperature e del lungo periodo in mare, sono disidratati e deboli. Altro problema sono le ustioni dovute al contato con il gasolio del motore e in particolare le persone del secondo salvataggio erano in condizioni molto critiche e sarebbero morte in mare senza il nostro intervento”
“Il numero dei minori non accompagnati deve essere verificato – ha spiegato stamani a Novaradio il sindaco di Livorno Salvetti – perché talvolta i minori si dichiarano maggiorenni per avere la possibilità di essere trasferiti e raggiungere dei parenti altrove” – “Anche oggi – ha aggiunto – Livorno ha dimostrato la sua capacità di accoglienza”.
“Da bordo della nave Sea Eye 4 ci riferiscono di condizioni provanti dei migranti. Non risultano al momento casi di Covid anche se verranno fatti tamponi Covid a tappeto a migranti e personale a bordo. Ci sono come già ieri per la Life Support casi di disidratazione e scabbia” spiega l’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni sulla banchina dove ha attraccato la nave ong, la seconda arrivata in due giorni nel porto toscano. “Dei 108 a bordo, rimarranno in Toscana 43 adulti e 13 minori – aggiunge -. La prefettura sta lavorando intensamente per individuare posti Cas. I Cas dedicati ai minori vanno aperti e il prefetto si sta in questi minuti coordinando con la presidente della provincia di Livorno”, ma “rilevo ancora una volta una situazione molto difficile. Il porto di Livorno non è un porto per sbarchi. Non è abituato a gestire situazioni simili ed è fuori dalle rotte destinate all’accoglienza dei migranti. La scelta di Livorno costringe alle navi a giorni di navigazione in più e costringe persone a ulteriore sofferenza quando già arrivano in Italia sfibrati e devastati perché per giorni rannicchiati nella stiva di una nave”.
La macchina dell’accoglienza predisposta da Prefettura, Comune e Regione con il supporto delle associazioni di volontariato – tra cui Arci – ha avuto ieri il primo rodaggio Il percorso di accoglienza è organizzato in tre livelli: primo conforto e check up sanitario, identificazione e indirizzo ai centri di accoglienza in Toscana o in altre Regioni. Tra gli operatori che sono attivi sul molo anche quelli di Satis, Servizio Anti-tratta Toscana Interventi Sociali: “Il nostro compito – spiega Serena Mordini, della segreteria di coordinamento di Satis – è cercare di cogliere i segnali, spesso nascosti, che possano indicare che ci sono vittime di tratta: è stato ad esempio il caso ieri di un ventenne al suo secondo tentativo di ingresso in Italia, che abbiamo indirizzato verso un percorso speciale, a partire dal trasferimento in una località lontana dallo sbarco per separarlo dai suoi sfruttatori”.