FIRENZE – Ha fatto il giro del mondo, e non solo nella comunità scientifica, l’annuncio da parte del governo Usa della riuscita, per la prima volta, di una reazione di fusione nucleare con “guadagno netto” di energia realizzata dal National Ignition Facility del Lawrence Livermore Laboratory in California, grazie alla tecnica del cosiddetto confinamento inerziale: grazie all’uso di 192 laser, si è riuscito a far implodere una capsula delle dimensioni di un ditale , comprimendo alcuni microgrammi di deuterio e trizio, dando vita ad atomi di elio e energia.
“Si tratta di una notizia importantissima a livello scientifico che ha dimostrato come sia possibile arrivare ad una fusione con saldo energetico positivo, circa 2,5 megajoule – commenta Gabriele Pasquali, docente di Fisica Nucleare all’Università di Firenze – anche se in realtà l’energia impiegata per accendere i laser è stata di 300 megajoule”. “Siamo ancora lontani da un impiego pratico – aggiunge – ma impossibile dire quanto: i progressi scientifici spesso procedono a grandi salti”.