FIRENZE – Un uomo bendato con i segni di bruciature e torture sul corpo, imprigionato in una cella; di fronte, un gruppo di donne iraniane, anch’esse truccate a simulare botte e percosse, ed in mano dei cartelli che recano foto di loro connazionali torturati dalla polizia del regime. Indosso, le magliette con la scritta “donna, vita, libertà”, divenuta lo slogan della rivolta popolare scoppiata 3 mesi fa dopo l’uccisione di Masha Amini.
E’ il nuovo flash mob della comunità iraniana oggi davanti al Mandela Forum di Firenze per denunciare la repressione in atto nel paese e chiedere una reazione della comunità internazionale. Il luogo prescelto, il Mandela Forum di Firenze, non è casuale: l’iniziativa inftai si svolge nell’aniversario, il nono, dalla morte di Nelson Mandela, il leader anti-apartheid sudafricano che passò 27 anni della sua vita in una cella, iprodotta proprio all’ingresso del “Mandela Forum”.
“Un simbolo di resistenza” spiegano le attiviste della comunità iraniana fiorentina, perché una resistenza è quella che impegna il popolo iraniano contro la repressione degli ayatollah. “Ci sono oltre 20 mila persone tra fermati e imprigionati, la loro situazione è dramatica, le nostre famiglie ci parlano di minacce e torture” spiega Manas, una delle partecipanti all’iniziativa: “Ieri è stata annunciata l’abolizione della polizia morale, ma è un inganno: vogliono far vedere che la nostra protesta è solo contro l’hijab, ma non è così, il nostro ‘no’ è contro tutto il regime dittatoriale che ci sta rovinando da 43 anni”. Poi un appello al governo: “Finora non è stata presa una posizione ufficiale di condanna contro il regime. Servono sanzioni, ma che siano mirate: altrimenti colpiscono solo il popolo e non il governo iraniano”