FIRENZE – Va avanti la protesta degli operai della ex Gkn che da ieri hanno “occupato” l’aula del Consiglio Comunale di Firenze in segno di protesta contro la sospensione da parte di QF del pagamento della cassa integrazione. La seduta consiliare, sospesa da ieri, e una trentina di tute blue che hanno passato la notte accampati nel Salone dei 200 di Palazzo Vecchio. Stamani l’incontro con il sindaco Dario Nardella, l’assessora al lavoro Benedetta Albanese e il presidente del Consiglio Comunale di Firenze, Luca Milani, non ha sciolto i nodi.
E questo nonostante le dichiarazioni dello stesso Nardella, che a nome del Comune ha lanciato una serie di richieste alla QF, tra cui la riapertura “senza condizioni” di un tavolo per un nuovo piano industriale visto che quello presentato ad oggi non è sufficiente, il rispetto degli accordi di gennaio, l’abbassamento dei toni del confronto e il pagamento degli stipendi ee di quant’altro dovuto agli operai.
Nella partita si fa sentire a distanza anche la Regione, con il governatore Giani che si è detto pronto ad un’interlocuzione con il governo. “Chiamerò il ministro” delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso “perché c’è la necessità di un intervento forte da parte del ministero”. “Noi avevamo confidato tutti che il processo aperto da Borromeo potesse portare a trovare uno sbocco – ha detto – vedendo che questo sbocco non si trova dovremo riprendere in mano la situazione del dialogo e dell’impegno”.
Parole che non sono state ritenute sufficienti però agli occhi degli operai a sciogliere l’occupazione dell’aula consiliare. Il Collettivo di fabbrica ha perciò confermato che il presidio va avanti, ad oltranza se necessario, e non ci saranno svolte sostanziali. “E’ il momento dell’azione, è una sfida che lanciamo alla classe dirigente di questo Paese. La proprietà lancia condanne a mezzo stampa, noi siamo qua in carne e ossa, con stanchezza e fame. Siamo pronti a metterci il corpo e anche, serenamente, a rimetterci la fedina penale. Qua siamo e qua rimaniamo” ha detto Dario Salvetti, del Collettivo di fabbrica della ex Gkn. Le parole in questa vicenda sono state tutte “bruciate”, ha aggiunto, servono “passi concreti”: non tanto il pagamento degli stipendi e delle casse integrazioni, che “non è negoziale, è il segno che si vuole rispettare gli accordi in essere”. La svolta che chiedono gli operai, è l’apertura ad un diverso progetto di reindustrializzazione che coinvolga attivamente le istituzioni pubbliche: tradotto, cassa integrazione per reindustrializzazione ma sulla base di nuovi progetti, con ingresso di Invitalia nel capitale e coinvolgimento dei sindacati.
Nel frattempo dunque l’occupazione della sala consiliare prosegue; il presidente dell’assemblea Luca Milani, ricordando le difficoltà che questa situazione comporta per i lavori del Consiglio, ha auspicato che un passo avanti della società QF sugli stipendi, possa essere un primo segnale che induca gli operai a rivedere le forme della loro protesta.
Aumenta infatti la pressione sulla maggioranza a guida Pd, con il centrodestra cittadino che chiede la fine della seduta consiliare e anche della protesta. Decisiva a questo punto sarà la riunione dei capigruppo del Consiglio Comunale, convocata per le 15.30. Se si troverà un accordo nella maggioranza – magari esteso a M5s e Sinistra Progetto Comune – sulla prosecuzione della sospensione della seduta, la protesta potrà andare avanti, altrimenti la seduta sarà sciolta e gli operai sarebbero “invitati” a lasciare l’aula dal servizio d’ordine. Aprendo scenari ad ora non prevedibili.