FIRENZE- Venerdì scorso c’è stato l’ennesimo suicidio nel carcere di Sollicciano: si tratta del terzo in negli ultimi tre mesi. A livello nazionale sono stati 68, secondo il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), 25 in più rispetto allo scorso anno.
“Sono numeri allarmanti, che nascondono storie di vite difficili”, dice ai microfoni di Novaradio, il cappellano di Sollicciano, Don Vincenzo Russo, “Parlo spesso con i detenuti, mi raccontano di vite in contesti di miseria, violenze subite, fragilità e disgregazione. Oggi queste persone sottoposte alle dure condizioni della detenzione in carcere.”
“Molti dei ragazzi in carcere hanno problemi di salute mentale, un problema non sufficientemente considerato. Si consegnano alle celle persone che avrebbero bisogno di fare altri percorsi,” continua il cappellano.
L’ultima analisi dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione Antigone ha registrato 23,8 episodi di autolesionismo ogni 100 detenuti. Gli istituti con numeri alti di sovraffollamento hanno altrettanto alti numeri di episodi di autolesionismo. A Sollicciano quasi un detenuto su due (esattamente il 49,2 per cento) soffre di disturbi mentali.
Il cappellano di Sollicciano parla anche delle responsabilità dietro questa emergenza: “C’è un malessere che cresce sempre di più. Il dato è allarmante: trovo tante persone che hanno responsabilità istituzionali che sono sorde, non sono attente. Bisogna fare qualcosa.”
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Sollicciano, tre suicidi in tre mesi. Cappellano,”Numeri allarmanti, disattenzione delle istituzioni” -ASCOLTA
Redazione Novaradio