FIRENZE- Il caro-energia rischia di mettere in ginocchio anche i Circoli Arci del territorio fiorentino che guardano con crescente preoccupazione a questo momento. I rincari già avvenuti e le previsioni per prossimi mesi fanno temere ai più di non riuscire a garantire gli stessi tempi di apertura e lo svolgimento di tutte le attività ricreative, sociali e culturali. Un pezzo fondamentale del tessuto dei nostri territori rischia così di venir meno al proprio fondamentale ruolo di presidio e di solidarietà.
Dopo le tante difficoltà affrontate negli ultimi anni di pandemia, i Circoli Arci si ritrovano oggi con bollette di migliaia di euro, mediamente oltre il doppio di quanto veniva speso un anno fa. E la situazione potrebbe ulteriormente complicarsi in attesa delle bollette di agosto. Il rischio è davvero quello di vedere i Circoli dover scegliere quali attività portare avanti, eliminandone molte o, addirittura, doverle sospendere totalmente, tenendo di fatto chiuse le strutture, come raccontano i volontari e le volontarie dei circoli.
“Nel nostro circolo Arci abbiamo iniziato il 2022 pagando bollette da 1500-1600 euro, ora siamo arrivati a pagare nel mese di luglio 4.033 euro e le previsioni purtroppo non sono rosee, il circolo non riesce a sostenere questo tipo di spesa mensile nonostante il volontariato e le iniziative che stiamo cercando di organizzare per raccogliere fondi,” spiega Sonia Masi del circolo Arci di Rufina. “Non sappiamo che succederà nei prossimi mesi. Abbiamo paura di tirare giù il bandone entro la fine dell’anno perché è diventata una spesa insostenibile”.
Dopo le chiusure degli anni segnati del coronavirus, i circoli sono messi a dura prova nella loro funzione di presidio culturale e sociale sul terrritorio. “Da noi venivano pensionati a scaldarsi, per tenere qualche ora il riscaldamento spento a casa. Non sappiamo se sarà possibile continuare, non ho idea di quello che succederà, se sarà possibile tenere acceso il riscaldamento o il fan coil. Abbiamo davvero paura di dover chiudere un centro sociale, come quello del circolo Arci Rufina che raccoglie tante persone della zona. Non lo so quanto sarà possibile continuare,” conclude Sonia Masi.
“Siamo consapevoli che questo non è un problema solo nostro – spiega la Presidente di Arci Firenze Marzia Frediani – siamo preoccupati per tutti i comparti economici e produttivi e siamo preoccupati per le famiglie e per tutte e tutti i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Per questo chiediamo un intervento pubblico che riporti entro confini ragionevoli la spesa e che combatta le speculazioni, non solo non dimenticandosi del terzo settore, ma anzi valorizzandolo e sostenendolo oggi più che mai. Siamo un pezzo fondamentale delle nostre comunità – conclude Marzia Frediani – poter continuare a operare significa poter offrire prossimità, solidarietà e cultura, qualità necessarie più che mai in tempi difficili come questi”.
Circa 70 tra case del popolo e circoli, da diversi anni si erano uniti in un gruppo di acquisto energetico a seguito delle liberalizzazioni del mercato. “Abbiamo cercato di essere preparati ma i rincari di queste proporzioni sono completamente fuori controllo e coinvolgono anche i nostri circoli,” continua Marzia Frediani. “Purtroppo le preoccupazioni riguardano il fatto che difficilmente riusciremo a garantire quello che abbiamo sempre portato avanti: tante ore al giorno di apertura, la possibilità di offrire un posto accogliente per tutti i soci e le socie e portare avanti le attività con costi molto contenuti.”
“Chiediamo ristori, chiediamo sostegni e la possibilità di continuare a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto come presidi di cultura e solidarietà sui nostri territori,” conclude Marzia Frediani, presidente di Arci Firenze.