Siccità, Invasi: Giani annuncia nuovo progetto in Val D’Orcia, in sofferenza Montedoglio- ASCOLTA

TOSCANA – La realizzazione di un nuovo invaso in Val D’Orcia è stato annunciata dal governatore Eugenio Giani. “Finanzieremo lo studio di fattibilità di 2 milioni di euro per progettare un’opera di invaso a San Piero in Campo, nel comune di Pienza in Val d’Orcia, che può arrivare a 17 milioni di metri cubi d’acqua: sarebbe il terzo lago artificiale della Toscana dopo Montedoglio e Bilancino”. Lo ha annunciato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, parlando coi giornalisti al termine del tavolo sulla siccità convocato a Firenze.  “Certo dobbiamo partire dallo studio di fattibilità – ha proseguito – ma c’è un’elaborazione già in corso, quindi è un obiettivo da inserire nel piano che il ministro Giovannini ha varato, e prima della fine della legislatura approverà, proprio sulle strutture che da un punto di vista idrico possono contrastare la siccità.

Un annuncio che arriva a seguito dell’allarme sullo stato di sofferenza crescente delle risorse idriche della regione è stata nei giorni scorsi l’Autorità di distretto idrico dell’Appenino Settentrionale, che monitora costantemente il grado di riempimento degli invasi e il livello dei fiumi. L’area di maggior crisi rimane quella del Serchio, a causa della bassissima piovosità dei mesi scorsi: il sistema delle dighe della Garfagnana è al 60% di riempimento (19 milioni di m3 su circa 28/30 di ML di metri cubi massimi. Regge invece ancora il lago di Bilancino, passato da 59 a 57 milioni di metri cubi e quindi pieno ancora all’83%, con un rilascio però che è salito a 2,5 mq al secondo, più alto rispetto al 2017, ultimo anno fortemente siccitoso. “La paura è quel che può succedere se non torna la pioggia” spiega Isabella Bonamini, dirigente dell’autorità idrica.

Una sofferenza crescente è invece quella della diga di Montedoglio in Valtiberina che serve anche la Valdichiana: “In poche settimane da 70 a 50 milioni di metri cubi” dice ancora Bonamini. Una diga costruita per contenere il doppio del volume, 140 milioni di metri cubi, ma che viene utilizzata solo per metà della portata. Questo perché i lavori di ripristino dopo il grave incidente in fase di collaudo del 2010 non si sono ancora conclusi. E così, a causa ritardi nel dissequestro giudiziari, ricorsi e contenziosi, sono passati 12 anni e la costruzione di un semplice canale scolmatore non è stata ancora terminata. “La conclusione dei lavori è prevista a fine estate” dice ancora Bonamini, che aggiunge: “Per riempire la nuova diga potrebbero volerci mesi, forse anni”