PIOMBINO- Nonostante la crisi di governo il progetto della nave rigassificatrice a Piombino è sempre più concreto, con autorizzazione entro tre mesi e possibile avvio in primavera. Dalla politica si continua a insistere sul memorandum Piombino, i dieci punti consegnati dal governatore Giani al MISE.
“Ci sono alcuni punti che si ripetono da tempo: il completamento del porto, la bonifica delle falde delle aree del demanio marittimo. Piombino dal 1998 è un SIN (Sito di interesse nazionale) in cui lo Stato ha accertato la contaminazione ambientale e ha indicato la priorità delle bonifiche. 24 anni dopo quella decisione, le bonifiche a Piombino sono al 49 %,”spiega Andrea Turco giornalista ambientale e collaboratore di Valigia Blu che portando avanti delle inchieste sul tema da vari mesi, “Se in 24 anni non si è riusciti a raggiungere nemmeno la metà delle bonifiche non si capisce perché con l’installazione del GNL (gas naturale liquefatto) queste bonifiche saranno raggiunte.”
Relativamente ai rischi ambientali, si parla anche della provenienza del gas che arriverebbe a Piombino, come sottolineato dall’associazione Recommon. “Al momento la provenienza più sicura del gas a Piombino dovrebbe essere quella degli Stati Uniti. Gli USA diventeranno il principale fornitore di GNL per l’Italia e questo viene ottenuto attraverso la dannosa pratica del fracking, cioè la frantumazione delle rocce indicata dalla comunità scientifica come fortemente impattante e climalterante,” continua Turco “Nell’estate che stiamo vivendo, caldissima e afosa, consentire pratiche del genere è certamente deleterio.”
Ascoltiamo un estratto dall’intervista con il giornalista ambientale Andrea Turco