FIRENZE – Monta il caso delle “spese pazze” del sovrintendente del Maggio Musicale Alexander Pereira, dopo che nei giorni scorsi sono emersi dati e particolari sulle spese per attività istituzionali effettuate con la carta di credito aziendale: 60 mila euro nel 2021 e 14 mila nei primi quattro mesi di quest’anno, riconducibili a beni e servizi più vari: dal noleggio di taxi e notti in alberghi di lusso, ai conti di pescherie e macellerie, fino ad di piccola entità come ad esempio la cover di un cellulare. “Amo cucinare in casa per artistici, sponso e potenziali finanziatori” si è giustificato il sovrintendente, spiegando che queste sessioni di “home cooking” rientrerebbero nella sua attività di fund raising per il Maggio: “Con la mia gestione – ha rivendicato – i finanziamenti al Maggio da parte dei privati sono triplicati”
A volerci vedere chiaro è sia la Fondazione del Maggio, con il sindaco Nardella che ha dichiarato di aver chiesto al sovrintendente i giustificativi delle spese (ricevute, fatture e scontrini). Un “invito alla sobrietà” è giunto dal governatore Giani – la Regione è tra i principali soci e contributori della Fondazione – mentre il vicepresidente del cda della Fondazione Maggio, Valdo Spini, ha dichiarato che si tratta non tanto di “correttezza amministrativa” quanto di “opportunità politica”.
Il sovrintendente Pereira dovrà riferire martedì in commissione controllo, ma già lunedì le opposizioni chiederanno conto al sindaco Nardella. All’attacco le opposizioni, con Fratelli d’Italia che aveva già presentato una serie di interrogazioni e ora chiedono senza mezzi termini al sindaco le dimissioni del sovrintendente. “Pereira potrebbe e forse dovrebbe dimettersi – ha detto a Novaradio Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune – ma siamo preoccupati per il futuro del Maggio Musicale. Le spese eccessive del sovrintendente non sono una cosa nuova. Noi chiederemo conto perfino del noleggio di un elicottero in Svizzera per un tragitto di due ore e mezzo in macchina. Quello che deve cambiare – sottolinea Palagi – è la strategia che Pereira fin qua ha portato avanti e da noin contestata fin dall’inizio, fatta di rapporti personali, sponsor di lusso, grandi produzioni e costi elevati”.