FIRENZE – Riprendono oggi on le arringhe difensive degli imputati tedeschi e austriaci le udienze del processo bis. La prossima settimana sarà la volta delle difese dei vertici delle ferrovie – tra gli imputato l’ad del gruppo FS Mauro Moretti e i vertici di Rfi e Trenitalia. Decaduta l’accusa di omicidio colposo, rimane in piedi quella di disastro ferroviario. “Spero che i giudici abbiamo un po’ di dignità e correttezza, altrimenti sembra che la Cassazione non sbaglia mai, e invece per noi ha sbagliato” dice a Novaradio Daniela Rombi, associazione dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime. I pubblici ministeri, ribadendo la responsabilità dei vertici FS nella determinazione delle velocità e delle misure di sicurezza dei treni con merci pericolose in transito, hanno chiesto per Moretti una pena di 6 anni e nove mesi, solo 3 mesi in meno della condanna nel primo processo di appello. “Lo ha gestito tutte le scelte dell’azienda: speriamo per lo meno quel che è rimasto venga attribuito”
Poche speranze invece di vedere dietro le sbarre gli imputati tedeschi: “Non credo che andranno mai in galera: abbiamo l’esempio della Thyssen Krupp: sono scappati e in galera non ci sono andati. Questi nostri sono già a casa loro, non occorre nemmeno che scappino. Lo dico no perché ci fa piacere a vedere le persone in galera, ma ci piacerebbe che il governo e il ministero avesse preso questo caso per migliorare la sicurezza nelle ferrovie, e questo non è avvetuto”
Non si placano le polemiche per l’annuncio a sorpresa del Comunedi Viareggio di non volersi costituire parte civile e quindi uscire dal processo e dalla partita dei risarcimenti. Il motivo, ha comunicato l’amministrazione, che in base ad un accordo del 2011 al Comune dovevano arrivare 2,8 milioni di euro tramite l’assicurazione Generali: essendo stati conferiti gli ultimi 200 mila euro mancanti nei mesi scorso, il Comune non avrebbe più pretese risarcitorie.
In segno di protesta sabato l’associazione dei familiari delle vittime ha organizzato un presidio davanti al Comune per chiedere una presa di posizione pubblica da parte del sindaco, ma nessuna risposta è arrivata. “Al presidente dell’associazione hanno mandato un messaggio con cui dicono che spiegheranno in altre sedi, m a noi non devono spiegare nulla” dice ancora Rombi: “Noi familiari abbiamo rifiutato i soldi delle assicurazioni e affrontato le spese legali. Il Comune si tira fuori, senza aver comunicato nulla a nessuno nemmeno al suo stesso legale: ma così tutti i cittadini di Viareggio non sono più rappresentati al processo”.