FIRENZE – In Toscana “se andiamo avanti così il Pil 2022 sarà negativo”. Il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi sceglie pariole forti per descrivere le conseguenze sulle imprese della guerra in Ucraina e dell’aumento dei costi dell’energia e materie prime: un insieme di criticità che, ha detto, “inciderà in maniera drammatica, questo lo possiamo dire”. “Siamo dentro una tempesta perfetta – scandisce – ormai tutti i comparti soffrono dell’aumento stratosferico dell’energia, la difficile reperibilità delle materie prime, si sono bloccate le filiere, e c’è il fatto stesso che non si riesca più a trovare l’idea di un’impresa che possa funzionare. In questo momento si arriva alla mattina e non si sa se arrivano i materiali, quindi è una situazione di una drammaticità mai riscontrata nel nostro mondo”. Quale dunque la soluzione, per il capo degli industriale? “misure straordinarie” da parte del governo: in soldoni, soldi pubblici, in modo analogo a quanto avvenuto per la crisi covid, per finanziare speciale di cassa integrazione in deroga perché “se la mattina non arrivano i materiali, come facciamo a far lavorare le persone?”.
La gravità della attuale situazione fa arrivare il presidente di Confindustria a mettere in discussione perfino quel piano di investimenti che è stato studiato proprio per far riprende il sistema economico dalla crisi generata dal covid e rilanciare lo sviluppo: quel Pnrr che, arriva a dire Bigazzi, “probabilmente bisognerà accantonare”. O meglio: accantonarli per come impostato originariamente, ossia come un insieme di interventi indirizzato a cambiare le basi del sistema produttivo verso una maggior sostenibilità ambientale: “Penso che sia opportuno – dice Bigazzi – non ragionare più come abbiamo ragionato fino a poco tempo fa quando parlavamo di ‘green’, noi dobbiamo pensare alla sopravvivenza. Si pensi che solo in Toscana l’aumento del costo dell’energia incide per tre miliardi e mezzo su tutto il comparto delle imprese”. Bigazzi ha osservato che “in questo momento sembra che il governo si muova alla ricerca di alternative, quindi paesi che ci daranno gas alternativo, perché solo col gas si potrà produrre energia elettrica. Quindi siamo veramente alla disperazione”. “Io credo che gli interventi eccezionali vadano fatti, e sono indispensabili – ha concluso -. E’ il momento di farli, il Paese li chiede perché se si chiude il manifatturiero poi crolla tutto il sistema economico del nostro Paese”.
Sulla stessa linea il presidente dei costruttori edili, Stefano Frangerini, che chiede regole diverse: “I prezzi del Pnrr non sono congrui con quelli di mercato, e non sono remunerativi. Manca un meccanismo per adeguare i prezzi, il rischio è vedersi revocate le fideiussioni e l’incapacità di pagare da parte delle imprese”
D’accordo sulla CIG in deroga e su una serie di misure straordinarie a favore delle imprese si dice anche il governatore Giani, che però frena gli industriali sull’idea del congelamento del Pnrr: “E’ un volano di crescita e sviluppo” mette le mani avanti il governatore: “Bisognerà fare un aggiornamento, ma prima di arrivare a dire di non usare più il Pnrr occorre un po’ di meditazione”.