FIRENZE – “Il dato ufficiale di ieri è 2.000 ucraini in Toscana, di cui oltre 500 minori. Prevalentemente in sistemazione da privati, 300 nei Cas, 150 in alberghi di prima ospitalità”. Così l’assessora alla protezione civile, Monia Monni, stamani ai microfoni di Novaradio facendo il punto stamani sulla situazione dell’accoglienza in Regione di profughi arrivati dall’Ucraina.
Per coordinare le operazioni di sorveglianza sanitaria, la Regione ha aperto nel fine settimana il centro regionale presso Mercafir, il Mercato Ortofrutticolo di Firenze: là le persone devono registrarsi, anche se alloggiano in case provate, e à vengono sottoposte ad un primo screening sanitario: se positivi al covid, vengono indirizzati agli alberghi sanitari, altrimenti verso i Cas e gli alberghi di accoglienza. I i minori vengono presi in carico anche per un futuro inserimento scolastico.
“Quaranta persone sono passate da ieri dal centro Mercafir – racconta Monni – la prima è stata Alina, una giovane arrivata alla stazione di Firenze con solo uno zainetto senza nemmeno una bottiglietta d’acqua, accompagnata da sue coetanei cingalesi” .
Riguardo agli sviluppi futuri, l’assessora assicura che la Toscana si farà trovare pronta: “La situazione è imprevedibile, le persone arrivano come possono. Ci muoviamo giorno per giorno il sistema deve avere la possibilità di accogliere e lasciarsi un margine per la crescita potenziale dei numeri. Abbiamo aperto la Mercafir, nei prossimi giorni apriremo Livorno, dove c’è una grande comunità ucraina”.
Il lavoro è febbrile anche perché l’evoluzione della situazione nei teatri del conflitto non induce all’ottimismo sul miglioramento dell’emergenza umanitaria: “Nei giorni scorsi – spiega l’assessora – ho parlato con in Capo dipartimento della Protezione Civile Curcio che è stato nei campi profughi in Polonia: mi ha descritto una situazioni di sovraffollamento di persone che preferiscono rimanere lì e sperano di tornare il prima possibile nelle proprie case”. “Non credo sarà così, la situazione internazionale si va complicando, credo che probabilmente queste persone dovranno scappare anche da questi campi”.