TOSCANA – Si riunisce oggi l’Unità centrale di crisi per affrontare il problema della peste suina africana alla luce degli ultimi aggiornamenti., ma farà anche il punto e descriverà lo stato dell’arte sull’emergenza da influenza aviaria, che è iniziata a ottobre 2021 e che sta esprimendo ancora effetti sugli allevamenti avicoli di Veneto e Lombardia. Entrambe
Riguardo la peste suina africana (Psa), dopo la comparsa di alcuni cinghiali infetti nell’alessandrino, Piemonte e Liguria hanno deciso di vietare la caccia tout court e anche l’accesso alle zone boschive di una ampia zona che comprende il Piemonte meridionale e la Liguria centrale.
La Regione Toscana nello scorso fine settimana ha interdetto la caccia nella provincia di Massa Carrara con l’obiettivo di impedire la circolazione del virus che, pur innocuo per l’uomo e gli altri animali, può usare l’uomo come vettore per spostarsi. “Queste misure devono essere assunte con tempestività e a scopo precauzionale” ha spiegato oggi il governatore Eugenio Giani annunciando che la Regione fornirà ai capigruppo in Consiglio regionale una relazione sulla situazione della peste suina.
Intanto, sempre in via precauzionale, la Asl Toscana Nord Ovest ha stabilito, per le province di Massa e Carrara e Lucca, la chiusura della stagione di macellazione domiciliare dei suini per autoconsumo anticipata al 15 febbraio. Il servizio veterinario della Asl inoltre ha attivato l’unità di crisi per le emergenze epidemiche veterinarie, che si raccorda con la unità di crisi regionale, e ha avviato le attività di rafforzamento della sorveglianza negli allevamenti suini semibradi e sulle popolazioni di selvatici.
“La PSA è altamente infettiva, ha una letalità dell’80-80% tra cinghiali e suini, è molto persistente e può spostarsi su pneumatici, scarpe e tessuti. Inoltre il virus sopravive nelle carni congelate, negli insaccati e fino ad una temperatura di 70 gradi” spiega a Novaradio Antonino Morabito: “Il rischio di estensione del virus è alto, e le misure di contenimento devo essere molto rigide: il pericolo è mettere in ginocchio l’industria legata alla lavorazione delle carni suine: già alcuni paesi hanno bloccato le importazioni dall’Italia”.
In Toscana preoccupa anche la scoperta di un caso di aviari in un volatile del parco Chico Mendes di Campi Bisenzio, che è il sindaco ha deciso di chiudere al pubblico per 30 giorni: “Una misura necessari – ha detto ancora Morabito a Novaradio – perché seppur raramente il virus dell’influenza aviaria può passare all’uomo, e si propaga molto velocemente perché si muove anche con gli uccelli migratori”. In Lombardia e Veneto nei mesi scorsi si son segnalati oltre 300 casi, e diversi milioni di capi avicoli sono stati soppressi in via precauzionale. La decisione presa a Campi di non sopprimere la faua stanziale è rischiosa? “No – dice Morabito – laddove i numeri sono contenuti e può essere fatto un monitoraggio puntuale, l’abbattimento non è necessario”.