CAMPI BISENZIO – Due possibili acquirenti dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio, l’advisor dell’azienda Francesco Borgomeo che si dice pronto a elaborare una “vendita-ponte” con cui comprare il sito per poi passarlo all’impresa che dovrà rilanciarlo, la disponibilità dl ministero a sedersi al tavolo con cui acquisire la proprietà. Ma anche molti “lati oscuri” o comunque da chiarire: non solo sul futuro produttivo e occupazionale, ma anche sull’impegno che rimarrà in capo a Gkn Driveline in caso l’operazione non andasse a buon fine, e soprattutto le garanzie che sono disposte a mettere sul piatto le istituzioni, al governo in giù, stante il fatto che – a quanto riferisce la Fiom Cgil – Invitalia non ha datola sua disponibilità ad entrare nel capitale della azienda.
Da qui riparte la vertenza Gkn, dopo l’incontro al tavolo convocato ieri dal Mise – tre ore in cui si sono confrontati i rappresentanti di azienda, sindacati, lavoratori, istituzioni e governo. L’advisor Borgomeo ha prospettato un percorso in due passaggi: in una prima fase l’acquisizione da Gkn del sito produttivo, quindi il passaggio all’azienda che rilancerà lo stabilimento, con la garanzia che nel farttempo non saranno aperte procedure di licenziamento. Dal Mise è arrivato un primo via libera, con la disponibiltà, espressa dalla sotttosegretaria Todde a “sedersi intorno al tavolo con le parti per favorire la proposta ponte e il successivo progetto di reindustrializzazione”. “La proposta ‘ponte’ – ha spiegato – servirà a darci ulteriore tempo per lavorare con tutte le parti ad una proposta seria e credibile”.
Sindacati e Collettivo di fabbrica si mostrano molto più circospetti: “I prossimi 15 giorni saranno cruciali per la vendita-ponte ma non staremo alla finestra” dice Daniele Calosi, che aggiunge però un particolare di non poco conto: “Invitalia ha detto di non essere disponibile a entrare nel capitale, quindi chiediamo che lo faccia la Regione con Fidi”.
per Gkn “è necessaria la continuità produttiva, occupazionale e il mantenimento dei diritti acquisiti in questi anni, e comunque dovrà essere garantito il reinserimento delle lavoratrici e lavoratori degli appalti fa sapere in una nota il delegato Rsu Dario Salvetti: “Chiediamo un ruolo di Invitalia e dello Stato, il tema degli ammortizzatori lo vedremo quando sarà chiaro il percorso da A a B. Le reindustrializzazione è stata finora su questo territorio solo lo strumento per far scappare le multinazionali. Se si vuole dimostrare che questa volta non è così, si diano i necessari approfondimenti e le garanzie necessarie, nero su bianco”.