FIRENZE – Arriva agli Uffizi il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli, scolpito nel marmo da Gian Lorenzo Bernini per omaggiare l’amata, ma poi deturpato al volto in un eccesso di gelosia dell’artista: così l’arte antica si riflette nell’attualità, ricordando quanto la violenza di genere sia un dramma senza tempo, con ‘Lo sfregio,’ mostra al secondo piano della Galleria Uffizi. A corredo gli scatti contemporanei di Ilaria Sagaria dedicati alla donne sfigurate con l’acido, protagoniste del ciclo ‘Il dolore non è un privilegio’. La mostra viene organizzata simbolicamente nel mese in cui ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e pone in dialogo le immagini di Sagaria col capolavoro di Bernini, in prestito dal Museo del Bargello e restaurato con un finanziamento degli Uffizi. Nel busto in marmo (databile al 1637-1638) si ritrae la donna con naturalezza e intimità: Bernini, scoperto però il legame di Costanza col fratello Luigi, impazzì di gelosia e sentendosi tradito fece sfregiare il volto marmoreo della donna pur raffigurata con la propria somma arte. E se lo stesso Bernini non ebbe conseguenze per il danneggiamento del busto, invece Costanza venne reclusa in un monastero quattro mesi come punizione.
“In occasione della mostra – ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli è stato sottoposto a un restauro finanziato dalle Gallerie degli Uffizi: l’opera si può di nuovo apprezzare appieno, grazie a questo simbolico atto di risarcimento, però contro i danni del tempo. In mostra la guardiamo non solo come un capolavoro di uno dei massimi scultori barocchi, ma siamo invitati a riflettere sull’efferata violenza dei forti contro i deboli. E a meditare sul dolore inenarrabile della sopravvivenza”. Ascolta >>