TOSCANA – Il decreto cosiddetto “riaperture” del governo Draghi ha voluto dire la possibilità di riaprire le serrande di tantissimi neagozi e esercizi commerciali, su tutti bar e ristoranti, che ora possono servire ai tavoli . Un ritorno alla normalità per molti, ma no per i Cicroli e le Case del Popolo dell’ARCI, così come per tutti gli altri luoghi simili delle altre organizzazioni del Terzo Settore: è concessa la somministrazione nei bar e ristoranti dei Circoli – fino alle 22 e solo all’aperto, come per tutti – ma niente è previsto nel decreto sulla ripartenze delle altre attività che invece sono il “cuore pulsante”- associativo, sociale ed economico – dei Circoli: incontri, corsi, eventi di cultura, spettacolo, musica e teatro.
“Una discriminazione inaccettabile” tuona il presidente regionale ARCI, Gianluca Mengozzi: “Riaprono cinema, teatri e musei gestiti da soggetti privati commerciali, ma le stesse identiche attività che si svolgono nei Circoli finora sono precluse. Non solo perché si ripete così la sperequazione che anche in passato ha caratterizzato in passato analoghi decreti su divieti e riaperture, ma anche perché dopo mesi di chiusura si mettono a rischio di sopravvivenza tante nostre realtà associative. Ci stiamo attivando tramite il Forum del Terzo Settore: migliaia di Circoli sono sull’orlo del baratro e potrebbero non riaprire più”.
>> Ascolta l’intervista integrale a Gianluca Mengozzi, presidente regionale ARCI
Per superare in questo momento di difficoltà molti circoli hanno attivato campagne di crowfounding e autofinanziamento. L’ARCI Firenze ha lanciato la campagna “Salva i Circoli – Fai la tua parte”. Info su www.arcifirenze.it