INCISA / FIGLINE VALDARNO – Blocco autostradale, tensioni e un ferito investito da un auto stamani in occasione dell’ultima protesta dei ristoratori, che chiedono regole meno severe per le riaperture. Dalle 9,30 un folto gruppo di imprenditori e lavoratori del movimento TNI – Tutela nazionale imprese cui si sono aggiunti anche i ristoratori di “Io apro”, ha bloccato l’A1 all’altezza del casello di Incisa in entrambe le direzioni: traffico fermo e Italia virtualmente divisa in due con code che sono arrivate fino a 6 chilometri.
Proprio mentre era in atto la protesta, un’auto a forzato il blocco : un manifestante, Antonio Alfieri di Sassuolo, è stato investito e un altro lievemente ferito. L’automobilista è stato fermato dalla polizia stradale vicino al casello di Barberino del Mugello e denunciato per lesioni volontarie.
Durante la protesta manifestanti hanno inscenato un pranzo all’aperto sulla corsia autostradale con tanto di tavolo apparecchiato. “Ci sono imprenditori – ha spiegato il presidente di Tni, il fiorentino Pasquale Naccari -, gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense. Vorrebbero lavorare, e non all’esterno col freddo”. tra le richieste del “decalogo” proposto da Tni, la contrarietà al coprifuoco, la riapertura del 25 aprile a a pranzo e a cena anche negli spazi interni, no al distanziamento minimo di 2 metri, no al pagamento elettronico, la richiesta di voucher emergenziali, la moratoria legge Bersani fino al 2023, no al pass vaccinale, l’abolizione tetto del 30% per gli indennizzi.
La protesta si è conclusa verso le 14,30, quando i manifestanti sono rientrati nelle loro auto. Riteniamo che il messaggio forte sia arrivato e adesso andiamo via con l’indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti”. Tra i manifestanti c’era anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che a Roma il 6 aprile era vestito da sciamano come Jake Angeli a Capitol Hill, uno dei rappresentanti della frangia più dura del movimento dei ristoratori, ma alcune delle richieste don condivise anche dalle più moderate associazioni di categoria.
“Le riaperture sono legate per ora solo all’esterno, il che esclude qualcosa come 116 mila pubblici esercizi, il 46% del totale, che sono privi di tali spazi” dice Aldo Cursano, vicepresidente Fipe e presidente Confcomercio Firenze. Bene dunque la disponibilità dei sindaci con l’Anci a venire incontro ai locali mettendo a disposizione gli spazi disponibili, eliminando la Cosap e rendendo più semplici le autorizzazioni, ma quello cui si punta in realtà e fare pressione sul governo perché ampli gli orari di apertura, spostando il coprifuoco dalle 22 ad almeno alle 23, ed anticipando la possibilità di partire i locali anche all’interno già dal 15 maggio (anziché da giugno).
>>> Ascolta l’intervista integrale a Aldo Cursano, vicepresidente Fipe e presidente Confcommercio Firenze