FIRENZE – Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba, è questo il nome della nuova mostra della Fondazione Museo del Tessuto di Prato, visibile a partire dal 22 maggio fino al 21 novembre. Si tratta di un omaggio alla storia del teatro lirico e dell’arte del primo ventennio del Novecento, la cui scena fu pervasa dal fenomeno dell’Orientalismo, la mostra è il frutto di un lungo lavoro di ricerca compiuto sul ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena risalenti alla prima assoluta della Turandot di Puccini.
Co-organizzatore della mostra è il Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino nel cui Museo di Antropologia e etnologia è conservata una collezione di oltre 600 cimeli orientali riportati da Chini al rientro dal suo viaggio in Siam nel 1913 e da lui donati al museo nel 1950. La mostra si avvale poi della collaborazione dell’Archivio storico Ricordi di Milano e della Fondazione Giacomo Puccini di Lucca. In mostra esposti insieme ai costumi e ai gioielli di scena ritrovati a Prato e restaurati, insieme ad altri dello stesso debutto, 120 opere della collezione dei cimeli del Museo di Antropologia di Firenze, tra tessuti, costumi e maschere teatrali, porcellane, strumenti musicali, sculture, armi e manufatti d’uso di produzione thailandese e cinese, una sezione dedicata alle scenografie per la Turandot con anche cinque bozzetti finali delle scenografie.
Ascolta Monica Zavattaro curatrice delle collezioni etnografiche sistema museale dell’Ateneo fiorentino >>