FIRENZE Un libro è sempre strumento di evasione e libertà: tanto più se si è reclusi in carcere, e a maggior ragione se si fronteggiano ulteriori limitazioni a causa della pandemia. Per ampliare il patrimonio librario a disposizione delle biblioteche delle carceri di Firenze e Prato, l’associazione Volontariato con il sostegno del polo universitario penitenziario lancia la campagna “Nel frattempo… un libro”: chiunque può recarsi in una delle 30 librerie indipendenti aderenti nell’area fiorentina e pratese (elenco completo su polopenitenziario.unifi.it) e decidere di donare un libro a piacere o tra quelli consigliati, ricevendo in cambio una cartolina realizzata dagli illustratori dell’associazione Scioglilibro e accompagnata da testi scritti dai detenuti.
A sostegno della campagna parte anche da domani una serie di 5 incontri on line che affrontano da diverse prospettive il tema “cultura, letteratura e carcere” – da Focault agli scrittori russi, passando per le molte recenti serie Tv ambientate nei penitenziari (https://meet.jit.si/Nelfrattempounlibro). Una questione che non è solo lettura d’evasione ma anche studio, in primis di quei detenuti che sono iscritti ai corsi dell’università di Firenze, attraverso il Polo universitario penitenziario di Firenze e Prato.
“I numeri sono in crescita e l’isolamento forzato, con la sospensione delle visite e di molte attività sportive o laboratoriali, sembra aver spinto ancor di più verso lo studio. Da due anni le immatricolazioni sono in aumento e nei prossimi si laureeranno 5 detenuti – spiega a Novaradio Maria Grazia Pazienza, delegata dell’università di Firenze al polo universitario penitenziario di Firenze-Prato. Nonostante i problemi nuovi che il lockdown ha portato e l’impossibilità di una dad in carcere, siamo riusciti a garantire agli detenuti studenti le registrazioni delle lezioni in streaming. Rimane il problema degli spazi: “I reclusi del carcere dei Prato del ‘Gozzini’ sono più facilitati, mentre quelli di Sollicciano scontano purtroppo le carenze storiche della struttura“. Un progetto di riqualificazione degli spazi da adibire ai corsi è allo studio in collaborazione con il garante dei detenuti, ma il suo avanzamento ha subito ritardi dopo il trasferimento del direttore Prestopino.
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