TOSCANA – Si avvicina a grandi passi la zona arancione per la Toscana. La decisione sarà presa come al solito domani dal Ministero della salute su indicazione del Cts, ma i dati che sono stati trasmessi lasciano poco margine. Come ha confermato Fabio Voller stamani a Novaradio, il range dell’indice RT calcolato sui casi sintomatici dell’ultima settimana di gennaio è superiore a 1 anche nel suo valore inferior
In più pesa il persistente trend ascensionale nel numero di casi. Oggi si sono contati 894 nuovi casi, età media di 45 anni – è il dato più alto da diverse settimane. Inoltre si registrano 7 decessi: 3 uomini e 4 donne con un’età media di 87,6 anni. Sono 9.940 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 9% è risultato positivo. I ricoverati sono 808 (-7), di cui 120 in terapia intensiva (+5). Riguardo al possibile passaggio in arancio “fino a domani non abbiamo notizie” ha detto solo il governatore Giani, limitandosi a dire che la possibilità di rimandare la zona arancione a lunedì “è competenza del governo”, dicendosi comunque fiducioso che il decreto possa decretare la zona arancione da lunedì anziché da domenica.
“Abbiamo visto dal sistema dei colori che non esistono regioni più negligenti di altre, la toscana dopo un lungo periodo di fascia gialla ha la prospettiva della fascia arancione: la nostra preoccupazione riguarda le attività commerciali che soffrono: sperano vengano rivisti alcuni divieti come quello di asporto dopo le 18” ha detto Nardella che ha annunciato il prolungamento delle misure antistazionamento nei luoghi della movida della città anche per questo fine settimana.
Ci sono anche elementi per guardare con fiducia ai prossimi giorni. “Rispetto all’autunno scorso – osserva Fabio Voller, direttore centro epidemiologico dell’Agenzia regionale di Sanità – il dato positivo è che ci sono più contagiati tra i giovani e meno tra gli over 80, e quindi meno probabilità di ricovero. Decisivo sarà il completamento della vaccinazione del personale sanitario e Rsa per evitare che il virus torni ad attaccare i più fragili”