TOSCANA – La fase 2 della vaccinazione non subirà slittamenti. È il mantra che ripetono da Regione e Asl. Eppure le incertezze non mancano: dell’annunciata riduzione delle dosi Pfizer e Astrazeneca – fino al 75% delle dosi – che ha scatenato la reazione fino ai più altri livelli dell’Unione Europea.
La campagna vaccinale è “un processo in cui abbiamo dimostrato di essere tra le migliori regioni. La nostra macchina organizzativa c’è, è pronta l’importante è che arrivino i vaccini” ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Anche ieri – ha concluso Giani – ho sollecitato a Roma una produzione italiana di vaccini perché abbiamo visto che quando sia arriva di fronte al Covid che può significare morte, non vediamo quell’atteggiamento di responsabilità e ognuno pensa al suo, avete visto come sono stati disattesi gli impegni delle multinazionali farmaceutiche”.
Obiettivo da raggiungere a regime è non meno di 7.000 somministrazioni di vaccino al giorno. all’organizzazione dei punti vaccinali (oltre 200 quelli previsti), senza contare il reclutamento del personale destinato alla vaccinazione: l’assunzione di circa 150 unità di personale medico con un bando nazionale non saranno sufficienti: si attende di firmare l’accordo con i medici e i pediatri di famiglia, e c’è anche l’ipotesi di utilizzare gli specializzandi, mentre è stato ritirato un bando per il reperimento di personale socio-sanitario “volontario” per l’opposizione del sindacato Nursind.
“Sicuramente nel momento in cui la vaccinazione diventerà di massa avremo un rapporto con i medici di famiglia che hanno dato la loro disponibilità – ha aggiunto Giani – e prenderemo in considerazione le farmacie che hanno espresso disponibilità. Onestamente la vaccinazione non è una cosa che si fa con i volontari, ci sarà un supporto, ma noi dobbiamo impostare il piano con le 88 sedi e con quello che comporta nella creazione di squadre di operatori sanitari, quindi medico, infermieri, Oss”. Resta tuttavia il problema dei ritardi nelle consegne dei vaccini.