TOSCANA – “Abbiamo stamattina, il dato che ho avuto poco fa, 2236 contagiati, ieri erano più di 2400, il 30 ottobre erano 2700. Quindi i dati si stanno stabilizzando, per questo ho detto che la Toscana poteva essere zona arancione ma zona rossa secondo me è stato un po’ eccessivo”.
Proprio non va giù, al governatore Eugenio Giani, la classificazione della Toscana in “zona rossa” che da domenica scorsa si è portata con sé nuove regole e divieti. E lo ha ripetuto anche oggi, parlando ai microfoni di LadyRadio: “Io lavoro perché io si possa passare nella metà di dicembre a zona arancione ma il meccanismo del Dpcm è tale per cui passare dalla zona gialla a quella arancione, a quella rossa, è facilissimo ma poi risalire è difficilissimo, significa avere 14 giorni continui di dati ineccepibili.
Quello cui sta pensando il governatore, è l’ipotesi di una Toscana “bicolore”, che almeno per l’area tra Siena e Grosseto possa essere “declassata” ad arancione.
A supporto, Giani porta alcuni dati: “Ieri abbiamo per tamponi fatti il 15% di positività, ci sono regioni che sono arrivati addirittura al 22%. Parlo di tamponi nel complesso – spiega – perché vanno in realtà valutati tutti. La Toscana ne fa 20mila al giorno, è in assoluto una delle regioni che ne fa di più. Più tamponi fai e più contagiati trovi”. Il dato preso in considerazione dall’ISS è la quota dei nuovi positivi (esclusi i tamponi di controllo) che per la Toscana nei giorni scorsi hanno oscillato tra il 25 e il 30%
“Sul tracciamento siamo cresciuti moltissimo – ha aggiunto Giani -. Quando siamo stati classificati zona rossa, guardando ai dati dall’1 all’8 novembre, noi avevamo il 36% del tracciamento”. Con l’apertura dei tre centri di tracciamento regionali cui sono stati destinati 500 operatori, secondo il governatore toscano, il tasso di tracciamento sarebbe ora sopra il 65%.
A cercare di raffreddare il fuoco delle polemiche è il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che, appellandosi alla collaborazione tra i diversi livelli di governo, lancia un messaggio a tutti: “E’ faticoso per noi sindaci dover subire queste continue tensioni che ci sono sulla filiera istituzionale” dice oggi in una trasmissione radio: “In questi mesi di grande emergenza i sindaci delle grandi città non hanno mai litigato tra di loro” fa notare, e aggiunge: “Non abbiamo né voglia né tempo di metterci a polemizzare sul modello che funziona”, “quello che mi aspetto è che Stato e Regioni riescano a stare almeno una settimana senza polemizzare”.
Un avvertimento anche a Giani? Affatto, assicura Nardella: “Lui ha solo detto di essere amareggiato, abbiamo assistito a ben altre scenate di altri presidenti. Siamo tutti sulla stessa barca e se tutti fanno polemiche anziché remare la barca non va da nessuna parte”