FIRENZE – A casa fino all’8 novembre i 300 lavoratori del Teatro del Maggio musicale fiorentino. Mentre nei teatri della Pergola e Verdi la decisione è quella di salvaguardare il lavorato, e l’Associazione delle Fondazioni liriche invita a proporre produzioni streaming, il Maggio ha confermato ieri l’attivazione del Fondo di integrazione salariale (Fis).
“Non appena il Dpcm è entrato in vigore la Fondazione” del Maggio musicale fiorentino “non ha perso tempo e si è attivata per ricorrere all’ammortizzatore sociale chiudendo quindi il teatro non solo al pubblico, ma anche ai suoi dipendenti”, commentano Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal. “Una scelta – proseguono – che risulta incomprensibile, dannosa e non obbligata, tanto che altre Fondazioni hanno preso strade differenti”. Infatti, spiegano i sindacati non è certo il lavoro a mancare “le maestranze e gli artisti nei prossimi giorni avrebbero dovuto lavorare, come già previsto, per preparare anche gli spettacoli programmati per quando il Teatro tornerà aperto a tutti, dopo lo stop imposto dal Governo”. E la preoccupazione è maggiore per i lavoratori che sono stati chiamati con contratti a termine in tempi recenti e che saranno lasciati, a causa delle limitazioni poste dalle norme, “senza reddito e nessun sostegno alternativo. Senza nulla”. Le sigle chiedono quindi al sovrintendente Pereira “la riapertura immediata dell’attività e un tavolo di discussione”.
“Penso che il teatro sia un servizio pubblico e in ogni modo bisogna trovare il modo di mantenere attiva, anche in forme alternative la sua attività. Forse quest’idea del teatro con una funzione sociale non è condivisa dal sovrintendente”. Spiega ai microfoni di Novaradio Cristina Pierattini, rappresntante Slc Cgil del Maggio. Ascolta >>
Il 30 ottobre anche i lavoratori del Maggio aderiranno alla mobilitazione nazionale indetta da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil per chiedere non soltanto sostegni durante la crisi pandemica, ma anche soluzioni a lungo termine per tutelare i tantissimi lavoratori di un settore, ancora poco inquadrato e incredibilmente frastagliato. L’appuntamento fiorentino è con un presidio dalle 10 alle 12 in piazza Santissima Annunziata
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