TOSCANA – Il 72% degli operatori del terziario in Toscana dichiara di non essere in grado di reggere un nuovo lockdown: è quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale curato da Format Research per conto di Confcommercio Toscana, presentato a Firenze.
Il 57% degli intervistati si è detto in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali, con Irpef, Irap, Ires e Tari come imposte considerate più pesanti: per questo il primo intervento chiesto al nuovo governo regionale riguarda la sfera fiscale, il credito, la finanza agevolata. Inoltre, è salita al 42% la quota delle imprese che hanno inoltrato la domanda di credito tra aprile e settembre 2020: in due terzi dei casi la risposta delle banche è stata positiva.
Il 70% dei commercianti e dei titolari di pubblici esercizi teme l’aumento del fenomeno dell’usura, e il 59% teme i tentativi della malavita di impadronirsi delle aziende. A metà 2020 si è dimezzata l’apertura di nuove attività rispetto allo scorso anno (1.800 in meno nel saldo nuove nate-cessate), in un contesto che vede consumi in calo di 12 miliardi di euro (-13,8%, peggio della media nazionale). Sono 104mila le assunzioni in meno rispetto al 2019 (-51% solo nel turismo, per lo più a causa del blocco degli stagionali), in attesa della fine del blocco dei licenziamenti. Ad illustrare i dati, il direttore di Confcommercio Toscana., Franco Marinoni
“Chiediamo alle istituzioni, locali e nazionali – afferma la presidentessa di Confcommercio Toscana, Anna Lapini – di fare quanto possibile per non lasciarci soli a scontare sulla nostra pelle, e su quella dei nostri dipendenti, le conseguenze di una crisi certo imprevedibile e inaspettata, ma che dobbiamo affrontare insieme, senza lasciare indietro nessuno”.
Per far sentire le richieste in particolare della ristorazione, Confcommercio ha indetto una mobilitazione nazionale per domani: a Firenze è previstonuno speciae flash mob dvanti alla Regione in piazza Duomo che vedrà l’allestimento di un pranzo “con il sedere per terra” e i piatti capovolti perché di “pappa non ce n’è più”.