TOSCANA – “Ritengo che in questo momento la priorità sia dare una disciplina a una modalità che riesca a evitare gli assembramenti e la congestione di persone sui mezzi di trasporto pubblico a cui stiamo assistendo, particolarmente, negli ultimi giorni”.
Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a margine della cerimonia di giuramento degli allievi del 9/o corso triennale della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze. “Oggi mi attiverò – ha detto – con la massima autorità scolastica regionale: probabilmente occorrerà un input a livello nazionale, ma mi farò vivo direttamente con le autorità ministeriali perché si imbocchi la strada, soprattutto nelle grandi città, di uno scaglionamento dell’ingresso e dell’uscita. Contemporaneamente svilupperò un tavolo di coordinamento, anche perché le forze dell’ordine possano vigilare sull’uso secondo i limiti dei mezzi di trasporto pubblico. Non può funzionare solo l’autorità di vigilanza privata: occorre che i ragazzi vedano una divisa e si rendano conto che quando è terminato il limite per l’accesso, il bus deve partire”.
Il sindacato Cisl SCuola no ci sta però allo scarico di responsabilità sugli operatori scolastici: “I presidi hanno già fatto quello che potevano, non si può addossare tutte le responsabilità agli operatori scolastici, da giugno sapevamo che era necessario fronteggiare questo problema”, commenta Claudio Gaudio segr cisl scuola Firenze Prato, che ammette “Se non sarà possibile risolvere questo problema dovremo tornare parzialmente alla didattica a distanza”
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Prato invece tiene ancora banco il caso dei ragazzi della comunità cinese: molti son gli assenti in classe, circa il 30%. I cinesi non si fidano della sicurezza delle scuole e in vorrebbero poter fare lezione ai ragazzi a casa. Si tratta di quella che le norme definiscono “Educazione parentale”. Un richiesta in questo senso è quella che alcune associazioni di cinesi hanno avanzato in un incontro con le istituzioni. Molti i dubbi del sindaco di Prato Matteo Biffoni
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