TOSCANA – E’ record per i nuovi casi di contagio da coronavirus nella nostra regione: i nuovi casi di positività sono stati oggi 575 (+3% rispetto a ieri), di cui 408 identificati in corso di tracciamento e 167 da attività di screening.
Non si era mai raggiunto un numero così alto neppure a marzo-aprile, quando però test e tamponi erano molto meno. Oggi i tamponi analizzati sonon stati 11 mila circa, e sono stati 7.405 i soggetti testati (escludendo i tamponi di controllo), di cui il 7,8% è risultato positivo.
L’età media dei 575 casi odierni è di 42 anni circa (il 25% con più di 60 anni), quindi con un aumento percebile dei più anziani rispetto ai dati delle scorse settimane.
Oggi si registrano 2 nuovi decessi: entrambi uomini, con un’età media di 81 anni. I guariti sono 63 e raggiungono quota 11.071 (56,3% dei casi totali).
Gli attualmente positivi sono oggi 7.427 (+7,4%). I ricoverati sono 275 (13 in più), di cui 46 in terapia intensiva (2 in più). Complessivamente, 7.152 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (+7,5%). e sono 15.616 (+7,8%) le persone isolate, in sorveglianza attiva, perché hanno avuto contatti con persone contagiate.
“La Toscana mostra numeri in significativo aumento nelle ultime settimane, e assieme a ad altre regioni è in ‘surriscaldamento’: denuncia Carlo Palermo, segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed. L’aumento dei ricoveri in terapia intensiva non si vede perché richiede un certo lasso di tempo rispetto all’infezione.
“Siamo in ritardo nell’approntare i nuovi posti di terapia intensiva: degli oltre 3.000 in più previsti dai piani del governo, solo 1.000 sono ora disposnibili, per gli altri i bandi per la realizzazione sono in corso e ci vorranno almeno alcuni mesi”.
Non tutto è perduto, però. “Possiamo sperare – aggiunge Palermo – che mantenendo la curva epidemica ai livelli attuali, non si raggiungano i livelli di criticità di marzo e aprile: possiamo ridurre i casi molto gravi, soprattutto se si interviene per tempo. Per questo va potenziato testing e tracciamento”.
Tra le altre azioni da intaprendere, la separazione il percorso tra infetti e non infetti; potenziare le strutture per dimissioni protette. Servono più strutture, come alberghi dove poter collocare quelli avviati alla guarigione.