PIOMBINO – Lo Stato attraverso Invitalia entrerà in società con la Jsw Steel Italy per rilanciare la siderurgia del polo di Piombino: 30 milioni di euro la cifra che il governo è disposto ad impiegare, ha annunciato oggi il sottosegretario allo sviluppo economico Alessia Morani. >>> Ascolta
L’annuncio è arrivato nel giorno della presentazione da parte del vicepresidente jsw Italia, Marco Carrai del piano per la reindstrializzazione della ex Lucchini-Aferpi atteso da 2 anni. Due le fasi previste: messa in sicurezza finanziaria entro marzo-aprile 2021 con investimenti pari a circa 82 milioni di euro per l’efficientamento delle linee di produzione. La seconda sarà il rilancio della produzione con la realizzazione del forno elettrico entro il 2025, con cui si tornerà a “fare” acciaio a Piombino.
I 30 milioni, è stato spiegato, saranno messi da Invitalia e sono i primissimi investimenti da fare per la fase di messa in sicurezza; 52 milioni arriveranno qualche mese dopo, in parte tramite finanziamenti europei e in parte tramite partner finanziari e industriali.
Riguardo i 1872 dipendenti , ha dichiarato Carrai, “noi tendiamo ad avere la piena occupazione”: “Pensiamo che nella parte ‘core’ dell’acciaio si possa ritornare all’occupazione di 800 persone – ha detto – il resto potrà essere riallocato nelle attività che porteremo qui con i nostri partner”, con riferimento tra l’altro al “progetto in itinere con Fincantieri” per portare a Pio,bino alcune lavorazioni della cantieristica navale.
Grande soddisfazione è stata espressa dal governatore Enrico Rossi, che ha rivendicato come la Regione s sia battuta per il rilancio del polo industriale e del porto. >>> Ascolta
Più cauto il commento della Fiom di Piombino: “Bene l’ingresso del pubblico nel capitale e l’impegno dell’azienda alla piena occupazione, in linea con le richieste che come sindacati confederali facciamo da anni” dichiara a Novaradio il segretario David Romagnani, spiegando che l’annuncio non basta: “Abbiamo chiesto quanto prima un confronto sull’accordo tra Jsw e Invitalia e sul piano industriale” Essenziale, spiega, è che che l’azienda chiarisca quali saranno gli impegni negli investimenti e quale idea di reindustrializzazione: “Che Carrai parli di soli 800 lavoratori da reimpiegare nel ‘core’ della produzione di acciaio – dice – fa pensare ad un ridimensionamento dell’attività siderurgica”
>>> Clicca per ascoltare l’intervista integrale a Davi Romagnani, segretario Fiom Cgil Piombino