FIRENZE – Una mattinata nel segno della memoria per ricordare l’11 agosto del 1944, quando le truppe partigiane cacciarono dalla città le milizie nazifasciste in ritirata.
Partono domani alle 7, con i rintocchi della Martinella la campana della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, le celebrazioni del 76°anniversario della Liberazione di Firenze.
Alle ore 8.30 poi alla Stazione Leopolda (sul lato di via Elio Gabbuggiani) ci sarà la cerimonia commemorativa in ricordo dei soldati Sikh, caduti per liberare la nostra città. Alle 9 a Palazzo Vecchio, in via dei Gondi, sarà deposta una corona di alloro alla lapide dettata da Piero Calamandrei a ricordo della Liberazione. Alle 10, poi, in piazza dell’Unità italiana è prevista la deposizione di una corona di alloro da parte delle autorità civili, religiose e militari al monumento ai caduti di tutte le guerre, ai quali sarà reso onore con le preghiere di suffragio.
Al termine della cerimonia partirà il corteo diretto in piazza della Signoria, con al seguito i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e della associazioni d’arma e combattentistiche. Sull’arengario di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, alle 10.30 interverranno il sindaco, Vania Bagni (presidente ANPI Firenze) e il musicista Lorenzo Baglioni, invitato dal sindaco a parlare dei valori della Liberazione e della Resistenza nel contesto di oggi, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni.
“L’11 agosto è un modo per ritrovarsi come comunità, nonostante le limitazioni dovute al Covid anche quest’anno lo festeggeremo con una mattinata nel segno delle tradizioni”, spiega Vania Bagni a Novaradio. “La presenza di Lorenze Baglioni – aggiunge – è invece una sorta di rilancio, di scommessa per parlare con linguaggi e approcci diversi di memoria e delle nostre radici: i giovani e le giovani vivono in un tempo diverso e penso che sia dovuto provare a stare su un piano diverso rispetto alla tradizione”.
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