FIRENZE – È già polemica sull’opera di Lorenzo Quinn, scultore noto per le sue grandi installazioni di mani, inaugurata martedì e esposta per un mese al Giardino di Boboli.
Intitolata “Give”, l’opera simboleggia il senso del donare senza ricevere. Secondo l’artista l’ispirazione è maturata dal rapporto tra l’umanità, il mondo e in particolare la natura che ha sempre dato e continua a dare senza pretendere niente in cambio. In mostra in anteprima a Firenze, è stata donata alla città di Pietrasanta, dove a settembre sarà installata nel Parco Internazionale di Scultura e dove farà parte di un progetto Onu contro il cambiamento climatico.
“Sotto il cappello di concetti come la pace, l’ambiente e il dono vengono commesi dei crimini atroci contro la retina umana”, commenta con ironia a Novaradio il critico d’arte e curatore Francesco Bonami, ex direttore della Biennale di Venezia e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Secondo Bonami l’opera di Quinn “è un’opera brutta che viene camuffata da bella perché utilizza le mani, l’ulivo, il giardino di Boboli e Firenze sullo sfondo, ma tutte queste cose messe insieme non necessariamente sono gli ingredienti per fare un’opera d’arte interessante, bella, significativa”, e aggiunge, con una stoccata alla direzione delle Gallerie, “non capisco perché gli Uffizi si siano buttati a capofitto in quella che loro definiscono arte contemporanea, chiaramente la direzione del museo non è molto al corrente di cosa essa sia e forse guarda alla contemporaneità con l’occhio dell’antico, questa potrebbe essere una grande debolezza per uno dei musei più importanti del mondo”.
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