FIRENZE – Proroga della Cig fino a fine anno, sgravi contributivi per ridurre l’impatto del costo del lavoro, impegno a intervenire sui canoni di locazione con la proroga del credito d’imposta e l’istituzione di un fondo specifico. Queste le promesse, che la delegazione Fipe-Confcommercio guidata dal vicepresidente vicario nazionale Aldo Cursano ha ottenuto nei giorni scorsi dalla viceministra all’economia Laura Castelli per il settore della ristorazione e dei pubblici esercizi.
La viceministra, spiega Confcommercio, si è anche dichiarata disponibile a valutare la proposta sulla deducibilità delle spese per i pasti fuori casa. Confcommercio riconosce che in queste ore sono arrivati “segnali importanti” da parte del governo per tutelare questo mondo: “Un bonus che incentivi i consumi in bar e ristoranti – ha detto il direttore nazionale di Fipe-Confcommercio Roberto Calugi – in particolare attraverso i pagamenti in digitale, la promessa di sostenere i centri storici svuotati dall’assenza dei turisti e dal persistere dello smart working, così come la proposta di istituire un fondo per la ristorazione per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani, sono il segnale di un cambio di rotta che ci fa ben sperare per il futuro”.
Misure necessarie, secondo confcommercio, per rilanciare un settore dove – anche se le imprese sono tutte operative – la situazione resta grave, con perdite di fatturato in Toscana fino al 40%. “Sostenere queste imprese non è solo questione economica, perché significa anche salvare i valori che hanno reso grandi socialità e turismo nel nostro Paese”, ha affermato Aldo Cursano, vicepresidente vicario nazionale di Fipe-Confcommercio e presidente di Confcommercio Firenze. Ascolta >>
E a lanciare l’allarme è anche l’associazione Ristoratori Toscana, che rappresenta 9mila imprenditori del settore, e attraverso il suo portavoce Pasquale Naccari avverte: “Se non scatteranno ulteriori interventi governativi per sostenere la ripresa andremo incontro ad un moria di attività, con conseguente ondata di licenziamenti. Una prospettiva devastante”.
Negli ultimi dodici anni le città capoluogo della Toscana, a fronte di un progressivo arretramento degli esercizi commerciali (-1.272, dalle 16.748 unità del 2008 alle 15.476 del 2019), avevano visto un boom di bar, ristoranti e strutture ricettive, passati dai 7.894 totali del 2008 ai 9.935 del 2019.