FIRENZE – Il governo ha scelto la “app” destinata a controllare i nostri movimenti con l’obiettivo di combattere meglio l’espansione dell’epidemia: si chiama “Immuni” e partirà in via sperimentale in alcune Regioni nelle prossime settimane.
In base alle prime informazioni, il sistema, cui si aderirà su base volontaria, permetterà a nostro smartphone di rilevare tramite bluetooth tutti gli altri apparecchi nel raggio di 1 metro di distanza, registrando una lista di “contatti”. Nell’eventualità in cui dovessimo risultare positivi al Covid19, sarà possibile calcolare chi si è avvicinato a noi a distanza di rischi e “avvertirlo”. E’ prevista anche una funzione di “diario sanitario” che raccoglierà i dati
Obiettivo, ovviamente, è ricostruire le catene di trasmissione del coronavirus e “anticipare” i controlli e le quarantene prima che arrivino i sintomi. Sta di fatto che la possibilità di ricostruire con precisione movimenti e contatti suscita molte perplessità giuridico-costituzionali. “Le limitazioni a quelli che sono nostri diritti inviolabili, come la libertà di movimento e la nostra privacy appaiono eccessivi rispetto alla effettiva situazione di emergenza sanitaria – dice l’avvocato Giovanni Conticelli.
“Sopratutto però – aggiunge – c’è il rischio che, come già avvenuto in passato, sistemi di controllo e limitazione della libertà nati con in un contesto specifico, poi rimangano in via definitiva: è successo con l’arresto in flagranza differita nato per il daspo sportivo, l’uso di droni per il controllo del traffico passato ora al controllo di spostamenti e infrazioni da parte della polizia municipale, con le telecamere contapersone usate ora per misurare gli assembramenti”.
“Senza contare – aggiunge l’avvocato – il tema di fondo che riguarda questi dati sensibili. Non sappiamo chi li conserverà, come saranno usati o per quale fine, né se saranno soggetti provati o pubblici”.
>> Ascolta l’intervista integrale all’avvocato Giovanni Conticelli