TOSCANA – Da ieri anche nella nostra Regione hanno potuto rialzare i bandoni le librerie, le cartolerie e negozi di vestiti per bambini e neonati, assieme ad altre attività come la selvicoltura, la manutenzione delle aree forestali e delle opere idrauliche, le aziende della filiera di carta e cartone.
In Toscana ci sono alcune prescrizioni in più da rispettare, che riguardano le distanze, i modi per raggiungere il luogo di lavoro, l’eventuale l’accesso anche e la sanificazione; a stabilirle il presidente della Toscana con un’ordinanza firmata nel giorno di Pasquetta.
Le riaperture sono ovviamente volontarie ma – vuoi per la prudenza degli esercenti, lo scarso margine di tempo concesso alle imprese per ripartire, o i vincoli da rispettare – ieri sono state “a macchia di leopardo”. Sicuramente a Firenze, come conferma a Novaradio Lapo Cantini di Confesercenti Firenze: “Hanno riaperto solo circa il 50% delle librerie, e il 75% di negozi di abbigliamento per bambini e di cartolibrerie”.
“C’è una grande voglia di ripartire – aggiunge – ma chiediamo che d’ora in avanti le norme siano più trasparenti e emanate in tempi congrui: ad esempio la sanificazione, che ha creato non poche difficoltà agli esercenti, dopo 40 giorni di chiusura forse era evitabile”.
E sull’ipotesi, cui sta lavorando la Regione, di favorire la riapertura delle imprese dei settori maggiormente votati all’export – e quindi anche alla concorrenza delle aziende che all”estero stanno continuando a produrre – Confesercenti è critica: “Aldilà dei settori e delle filiere bisognerebbe privilegiare il concetto di sicurezza – dice Cantini – e prevedere che possa riaprire chi può garantire la sicurezza”.
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