FIRENZE – Crescono in modo lento eppure costante, i pazienti toscani che escono dalle cure intensive, e aumentano progressivamente anche i dimessi dagli ospedali.
Secondo i dati della Regione, i posti occupati nei reparti di rianimazione sono passati di 278 di 10 giorni fa, ai 225 di ieri. Certo, in alcuni casi si tratta purtroppo di persone decedute, ma ci sono anche molte persone che, spesso anche dopo 3 settimane di intubazione, tornano a respirare e vengono trasferite ai reparti di degenza “ordinaria” Covid19.
“Abbiamo superato l’impatto della pressione sui pronto soccorso, ora stiamo gestendo la massa critica delle persone ricoverate per questa patologia. I posti occupati in terapia intensiva stanno diminuendo” conferma Adriano Peris, direttore del dipartimento di rianimazione e terapia intensiva dell’Auo Careggi, e coordinatore delle terapie intensive per l’emergenza Covid19 per l’Asl Toscana Centro, parla del costante ma progressivo svuotamento delle terapie intensiva, che però subito avverte: “Non ci dobbiamo aspettare che si svuotino nel giro di 10 giorni, sarà un fenomeno lungo, perché la cura di questa malattia è complessa, non si limita alla somministrazione di farmaci, le persone colpite erano e rimangono fragili”.
“In media negli ultimi 20 giorni – spiega il professor Peris, chiarendo la dimensione del fenomeno – ogni giorno riusciamo a dimettere dall’ospedale 25 persone e 2 dalle terapie intensive, a fronte di un decesso”. “Si tratta di numeri di media – precisa Peris – ed è ancora presto per trarne conclusioni di medio-periodo”. Il trend però è evidente: se le stime delle autorità sanitarie saranno confermate, a livello regionale entro le prossime 4 settimane i pazienti in uscita degli ospedali saranno 1.200/1.300 (al momento gli ospedalizzati sono circa 1.200).
Anche per questo, avverte Peris, già ora la sanità toscana deve iniziare ad organizzare una ‘fase 2’ sanitaria, per seguire queste persone: sia quelle uscite da una fase di acuzie ma ancora positive, sia per i guariti “virali”, ma spesso ancora fragili e potenzialmente soggetti a recidive o altre problematiche, che dovranno essere monitorati.
>>> Ascolta l’intervista integrale a Adriano Peris, coordinatore terapie intensive Asl Toscana Centro
A cambiare non dovrà essere però solo la sanità territoriale. L’intera organizzazione del sistema sanitario regionale è destinata a cambiare radicalmente per effetto della pandemia, ospedali compresi. “Dovremo sì immaginare strutture ospedaliere, o parti di strutture ospedaliere, riservate ai pazienti Covid19 – dice Peris – ma anche organizzare percorsi di emergenza-urgenza ‘doppi’ e separati, in ciascun ospedale, per trattare patologie tempo-dipendenti di pazienti Covid19″ come ad esempio ictus, emorragie, infarti e simili.
E ancora, una riorganizzazione complessiva per far ripartire la cosiddetta ‘chirurgia di elezione’ – al momento sospesa – e di ciò che gira intorno ad essa. “Pensiamo solo al fatto che per tantissimi interventi programmati – fa notare il prof. Peris – dovremo far rifare le analisi pre-operatorie, e quindi dovremo riorganizzare anche ambulatori e centri analisi”.
, ma avverte sulla necessità di attrezzarsi per una “fase 2″ della lotta al coronavirus, con il potenziamento dei servizi territoriali per i pazienti in dimissione, e una organizzazione ospedaliera ” a fisarmonica”, pronta a riattivarsi in caso di nuovi focolai.