MASSA – Se il contrasto all’estensione del coronavirus è spesso paragonato ad una guerra, allora la “prima linea” in Toscana si trova nel territorio di Massa – Carrara: è in questo territorio che per prima si è manifestata la malattia, e qua si riscontra un’incidenza dei casi doppia rispetto alla media toscana – tra Massa Carrara e Lucca si concentrano 800 dei 1300 casi della Asl Nord Ovest – e un pesante tributo di vittime – ben 35 sulle 158 totali finora. Come risultato, anche un sovraccarico degli ospedali, a partire dai reparti di terapia intensiva, che non hanno più particamente posti liberi.
Al NOA, il Nuovo ospedale apuano, hanno iniziato a registrare un accesso crescente di sospetti casi Covid a partire dall’8/9 marzo: “A fronte di una riduzione di 2/3 degli accessi totali – spiega a Novaradio il primario del pronto soccorso, dott. Alberto Conti – a metà marzo abbiamo avuto un picco di 50/60 casi di sospetti, con un alto numero di ricoveri, praticamente tutti per gravi polmoniti da Covid19″. Si è così passati in poco tempo da 15/20 a 20/25 casi al giorno. “Numeri che – aggiunge Conti – per fortuna bnegli scorsi giorni sono andati stabilizzandosi: il che fa pensare ad un possibile superamento del picco, anche se questo potremo dirlo solo fra qualche giorno”.
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Come conseguenza, l’ospedale si è rapidamente riempito di casi Covid di diversa gravità: i posti di terapia intensiva sono passati da 24 a 36, ma sono praticamente tutti occupati, così come gli altri 108 posti di cure intermedie. Una situazione al limite. “Abbiamo un turn over giornaliero di uno/due casi, ma in alcuni giorni siamo dovuti ricorrere al trasferimento di pazienti verso Pisa per mancanza di posti liberi”.
A questo si aggiungono ulteriori difficoltà: lo stress del personale medico e sanitario e la loro esposizione al contagio – 2 gli infermieri risultati positivi al Covid, altri 2 medici “tamponati” ma per fortuna risultati negativi – la carenza di dispositivi medici e di farmaci: “Per le mascherine e altri tipi di protezione ora siamo a posto grazie ad alcune donazioni -spiega Conti – mentre sui farmaci siamo in difficoltà, soprattutto per quelli che servono per il Covid19″ Un fronte, spiega, su cui non possiamo lesinare le cure, ma di cui si stanno rapidamente esaurendo le scorte.