TOSCANA – La campagna di screening esteso che la Regione Toscana intende avviare con 500.000 test sierologici – partendo dai 60 mila operatori della sanità – ha il vantaggio di essere veloce e fornire informazioni importanti sulla diffusione reale del coronavirus tra la popolazione, evidenziando sia le persone contagiate ma rimaste “asintomatiche” sia coloro che sono in una prima fase non conclamata della malattia.
D’altra parte un’analisi “a tappeto” come intende compiere la Regione Toscana evidenziare un grande numero di operatori sanitari ‘positivi’ ma asintomatici, e quindi portare a difficili scelte politiche: mettere a casa intere equipe ospedaliere, o consentirgli di continuare a lavorare in caso di assenza di sintomi (come ad esempio succede in Germania)
A spiegarlo, ai microfoni di Novaradio, è Pier Leopoldo Capecchi, immunologo e docente di medicina interna all’Università di Siena, plaudendo però alla scelta della Regione di partire dal personale sanitario: “Gli ultimi studi sul Covid hanno evidenziato come sopratutto il contagio ospedaliero sia uno dei pricipali rischi che dobbiamo evitare”.
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Sempre Capecchi poi parla delle sperimentazioni in corso per trovare farmaci efficaci contro il coronavirus: “Per ora abbiamo solo terapie sintomatiche, e per una cura eziologica siamo ancora in una fase del tutto sperimentale”. Infine smorza le speranze di un vaccino a portata di mano: “Non prima di molti mesi”.
Ad annunciare la maxi campagna di screening è stato ieri il governatore Enrico Rossi: 500 mila i test che partiranno a breve. “Abbiamo approntato 5 microlaboratori di analisi oltre ai 3 già attivi, siamo in grado di procedere ad un ritmo di 3.500 al giorno”.